Vaccini, in tremila nel ribaltone Astrazeneca Sessantenni: diecimila ancora "scoperti"

Quanti cambieranno la seconda dose: il rischio è una frenata della campagna. Stasera nuovo open day al Palaffari. Il debutto dei sedicenni

Migration

di Alberto Pierini

AREZZO

Quasi tremila aretini sono finiti sotto il ribaltone di AstraZeneca. Il vaccino che è nella bufera dall’inizio della campagna da qualche ora sa di essere esclusivamente riservato agli over 60. E che sotto quell’età lo dovranno abbandonare perfino quelli che lo avevano ricevuto come prima dose. Una scelta clamorosa, visto che finora sembravano escluse soluzioni che interrompessero o cambiassero il ciclo completo. Ma che da Roma è rotolata verso le regioni e verso le Asl.

Da qui la cifra: nel complesso della Asl sono circa seimila quelli che salteranno da un vaccino all’altro.Il dato aretino, che è tra il 40 e il 45%, si attesterebbe dunque tra 2600 e 2700 persone. Per loro, anche per loro resteranno due sole ipotesi: Pfizer e Moderna. Non cambia la data della somministrazione ma nel caso sarà comunicata direttamente a ciascuno.

Una svolta che da una parte incide sulla vaccinazione di chi aveva cominciato in maniera diversa il suo percorso. E dall’altra rischia di frenare almeno in parte la campagna. Il motivo? Semplice. Con Moderna che continua ad arrivare in dosi quasi simboliche, e comunque mai numerose, tutto finisce sulle spalle di Pfizer. Che a questo punto dovrà farsi carico anche del richiamo legato ad AstraZeneca. E se le fiale non si moltiplicheranno la quota legata agli ulteriori richiami finirà per incidere sulle nuove prime dosi. La pioggia di vaccini di giugno diventa una pioggerella?

Sullo sfondo la vera "diga" restano i sessantenni. Non sono maggioranza neanche negli open day studiati su misura per loro. I medici di famiglia, che pure speravano stavolta di potersi limitare alla raccolta delle adesioni in arrivo, hanno cominciato la chiamata diretta, quella che era diventata una regola per gli ottantenni. E qualche risultato lo sta portando. Su Arezzo la proporzione dei coperti con prima dose è sotto l’80% solo in Valdarno, dove a due giorni fa si attestava al 77,9%.

E’ sopra l’ottanta sia nel distretto aretino (che raccoglie anche Casentino e Valtiberina) ed è al record dell’81,1% in Valdichiana: questo è uno dei dati più alti della Toscana, che in media è sotto il nostro tetto. E consideriamo che se facessimo la stima sulla popolazione vaccinabile il dato sarebbe più alto: si stima infatti che oltre mille persone abbiano espresso con chiarezza il loro no alla vaccinazione. Chi per timore e chi per convinzione che a questo punto il peggio sia alle spalle e quindi non sia il caso di rischiare. Eppure quella ora è l’età del discrimine. Senza la prima dose sono 4320 persone nell’area aretina, 2237 in Valdarno e 1160 in Valdichiana. L’immunità totale non supera in questa fascia il 30%.

Un nuovo open day al Centro Affari è stasera con duecento dosi, ma è probabile che ad affollarsi siano i più giovani in cerca di fortuna.

Giovani e giovanissimi. Il debutto nelle prenotazioni dei sedicenni (iniziato ieri e non venerdì quando a lanciare l’assalto erano stati i veri e propri ventenni) ha ancora una volta registrato il solito successo di adesioni.

Sul portale è diventato possibile cambiare la data della prima dose ma non quella della seconda: e questo proprio alla luce del ribaltone su AstraZeneca. Prima dovranno essere riprogrammati i richiami delle persone con meno di 60 anni, solo dopo ci sarà la possibilità di assaggiare questa nuova autonomia. Nel totale siamo ormai nell’orbita di quasi un aretino su due già coinvolto dalla prima dose: non è l’immunità di gregge, comincia a diventare uno scudo importante.