Vaccinazione: richiami 40 giorni dopo per far correre le prime dosi

Le farmacie si candidano. Il posticipo del secondo siero consente di avere più spazio per over 60 e 50. Crolla la mortalità degli anziani

Vaccinazione anti Covid

Vaccinazione anti Covid

Arezzo, 10 maggio 2021 - Sono loro che continuano a morire di Covid più di ogni altra classe di età. Basta scorrere il bollettino quotidiano della Usl per scoprire che i decessi (i dati della domenica per fortuna non ne riportano neppure uno) avvengono ancora, in gran parte, fra ottantenni e settantenni. Ma pare la coda maledetta di un passato che forse non torna più.

Il paradosso è infatti che gli anziani sono sì quelli che pagano di più in termini di vite umane, ma sono anche quelli fra i quali la campagna vaccinale di massa, che li ha messi al sicuro per oltre il 95 per cento sta provocando un clamoroso crollo della mortalità. In Toscana siamo al meno 70 per cento rispetto ai mesi critici in cui gli over 80 cadevano negli ospedali come mosche, i numeri della Usl e di Arezzo sono sostanzialmente analoghi.

Prova ne siano appunto gli stessi bollettini ricordati sopra: da almeno una settimana le classi d’età fra i 70 e gli 80 anni sono le meno colpite in assoluto, almeno in territorio aretino, col contagio che si sposta verso sessantenni, cinquantenni e anche più giovani, altrettanto infettabili ma di solito in maniera molto meno grave, specie bambini, teen-ager e venti-trentenni.

Se il trend è quello, nel giro di pochi giorni dovremmo assistere a una caduta anche della mortalità generale, che infatti sta già calando nettamente rispetto alle punte di marzo ed aprile. Questo primo successo va a incrociarsi con un’altra circolare del generale Figliuolo, commissario per le vaccinazioni, che chiede alle Regioni di aumentare il periodo fra prima dose e richiami.

Non più tre settimane (per Pfizer e Moderna, Astrazeneca con i suoi tre mesi è un discorso a parte) ma fino a sei, cioè il doppio. Il che significa il differimento del secondo antidoto fra i 35 e i 42 giorni dal primo. E’ una raccomandazione che ha obbligato le Usl, compresa la sud-est, a riprogrammare tutta la campagna in un sabato di iperlavoro, ma che ha lo scopo di mettere a disposizione degli hub vaccinali una quantità molto maggiore di prime dosi.

La filosofia è sempre la stessa cui si accennava sopra: secondo quasi tutti gli studi scientifici, già il siero iniziale dà un ragionevole grado di sicurezza. Non garantisce l’immunità dalla malattia ma ne riduce potentemente gli effetti più gravi, quelli che portano al ricovero in ospedale e nei casi più gravi al trasferimento nelle terapie intensive.

Ecco quindi che la maggior disponibilità di Pfizer e Moderna (Astrazeneca viene progressivamente emarginato dopo i contrasti con la casa anglo-svedese, mentre Johnson & Johnson è monodose) per le prime dosi dà slancio alla copertura delle due classi d’età che diventano adesso il fulcro della campagna vaccinale: gli over 60 e gli over 50 fino al 1971.

Per i primi si parte già con le somministrazioni questa settimana (ce ne sono 4 mila in programma solo ad Arezzo, ma sono ancora poche, l’obiettivo è accelerare), per i secondi scattano da giovedì le prenotazioni. L’intenzione è di chiudere con i sessantenni entro la fine di giugno e con i cinquantenni entro luglio.

La benzina al motore delle vaccnazioni verrà sì dal fatto che le dosi disponibili si concentreranno su queste classi d’età man mano che vengono esauriti fragili e categorie speciali (dalla scuola alle forze dell’ordine) ma anche dal maggior afflusso di antidoti che le case farmaceutiche, in particolare Pfizer, si dicono pronte a mandare sul mercato.

E presto potrebbero moltiplicarsi anche i punti vaccinali: non più solo gli hub territoriali ma anche le farmacie e i medici di famiglia. Con questi ultimi la Regione si appresta a chiudere un accordo come quello sugli over 80, che ha stentato assai in principio ma che poi ha portato la Toscana ai primi posto in Italia. Le farmacie, invece, come spiega il presidente di Federfarma (le private), Roberto Giotti, si candidano anch’esse come luoghi di somministrazione, magari negli stessi gazebo allestiti da settimane per i tamponi veloci.