Un’altra azienda pronta a spegnere gli impianti

Dopo l’Ivv anche la Polynt di San Giovanni alle prese col caro gas. L’amministratore delegato Valido: "Provvedimenti temporanei"

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di Maria Rosa Di Termine

Un effetto domino che rischia di diventare devastante anche in Valdarno. Il caro energia e la corsa inarrestabile del prezzo del metano mette a rischio anche il futuro di aziende trainanti dell’economia. E se è ormai da tempo sulla ribalta nazionale il "caso" Ivv, la cooperativa del vetro alle corde per l’incremento esponenziale delle bollette, ora si addensano nubi minacciose sulla Polynt, l’azienda chimica che nello stabilimento di via del Pruneto a San Giovanni produce anidride ftalica, resine poliestere e plastificanti e occupa 241 persone. E’ stato Rosario Valido, amministratore delegato del Gruppo che ha sede a Scanzorosciate di Bergamo e 38 stabilimenti nel mondo con 3300 dipendenti (6 in Italia con 1000 addetti), ad annunciare la necessità di "chiudere temporaneamente alcuni impianti per i costi del gas enormemente aumentati che hanno portato l’azienda a non poter essere più competitiva contro i prodotti di importazione provenienti da Asia, Turchia o Americhe". Lì il prezzo del gas è rimasto invariato sui 30 dollari al megawattora a fronte dei 300 che si pagano nel Bel Paese e la conseguenza è stata che alcuni prodotti sono andati fuori mercato. In particolare resine poliestere e plastificanti realizzati anche in Valdarno. Una notizia accolta con preoccupazione tra i lavoratori dell’industria sangiovannese, erede della tradizione delle Distillerie Italiane e della Lonza, perché non si tratta di una crisi di mercato, ma è il frutto, commentano, di una serie di "congiunzioni astrali avverse": da una pandemia ancora non debellata, alle conseguenze della guerra in Ucraina, alle speculazioni. Al momento le quattro linee produttive sono operative, ma aleggia concreto lo spettro della cassa integrazione che potrebbe riguardare una parte delle maestranze per un periodo ancora imprecisato. Difficile adesso fare previsioni su numeri e tempi, ma c’è già una certezza e riguarda la data del primo incontro tra la direzione aziendale e il coordinamento dei rappresentanti sindacali delle varie sedi Polynt sul territorio nazionale. La riunione è in programma martedì prossimo a Scanzorosciate, dove lavorano 460 dipendenti, la realtà più rilevante per numero di occupati insieme a quella di San Giovanni, e saranno presenti le Rsu valdarnesi e degli altri siti Brembate di Sopra, Cavaglià in provincia di Biella, Parma e Ravenna. Serve chiarezza sulle soluzioni ipotizzate per fronteggiare l’acuirsi di una crisi sempre più complessa. Una strada possibile, ha ricordato l’Ad Valido, sarebbe l’utilizzo "di prodotti energetici alternativi quali materie prime diverse dal metano, ma le attuali leggi nazionali, regionali o provinciali, non lo permettono", mentre altri Paesi si servono del carbone o "di altri fossili iper-inquinanti e poi arrivano da noi con prodotti finiti molto competitivi. E’ chiaro che non vogliamo tornare ai tempi delle polveri nere nelle città ma, in attesa di avere energia pulita gratis per tutti, come facciamo ad andare avanti e salvaguardare le nostre imprese?".

La richiesta alla politica, alle istituzioni e alle parti sociali è di passare dalle parole ai fatti e agire intanto a livello territoriale ancor prima dell’avvento del nuovo governo.