"Un ecomostro": è bufera sulle pale eoliche

Italia Nostra all’attacco: "Alte 180 metri, hanno lo stesso impatto di un grattacielo di 60 piani. A rischio il paesaggio della Gioconda"

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di Sonia Fardelli

L’ombra di un "ecomostro" sul paesaggio dell’alta Valmarecchia? E’ l’accusa che ricade sulle sette pale eoliche alte 180 metri, la stessa altezza e lo stesso impatto di un grattacielo a 60 piani. A lanciarsi all’attacco del progetto "Badia del vento, è Italia Nostra, l’associazione che tutela il patrimonio artistico e naturale della nostra penisola.

"Alla Regione Toscana è stata presentata istanza di autorizzazione - denunciano Antonella Caroli presidente nazionale di Italia Nostra e Massimo Bottini referente per la Valmarecchia - per l’edificazione di un impianto eolico industriale di grande taglia nel comune di Badia Tedalda al confine con l’Emilia Romagna lungo il crinale che da Poggio Val d’Abeto si dirama sul Monte Loggio verso il sottostante Monte Faggiola".

Un progetto che se venisse approvato dalla Regione andrebbe a impattare su uno dei paesaggi più belli e suggestivi dell’Appenino.

"Per intendersi l’impianto - continuano gli esponenti di Italia Nostra - deturperà l’Alta Valmarecchia e l’area dello storico Montefeltro che ospita scorci riconosciuti tra i più suggestivi dell’Appennino, quali i Balconi di Piero della Francesca e le morbide colline del paesaggio della Gioconda".

E l’associazione si scaglia contro tutto quello che prevede questo mega progetto industriale. "Saranno realizzate sette pale eoliche alte 180 metri - spiegano Caroli e Bottini - sette turbine con rotori di diametro pari a 136 metri inseriti su un mozzo alto 112 metri che, una volta posizionate, supererebbero ampiamente i 1200 metri sul livello del mare nonostante le disposizioni previste dal Codice dei beni culturali e del paesaggio che tutelano le zone appenniniche localizzate sopra questa quota".

Un impianto che darebbe luogo anche ad una vistosa alterazione del territorio.

"Si tratta - continuano gli esponenti di Italia Nostra - di una installazione estremamente impattante anche per altri aspetti, basti pensare all’inquinamento acustico, ai pericoli per la avifauna locale e ai danni al territorio, con l’abbattimento non compensabile di alberi e di specie arboree, causati dai mezzi di trasporto eccezionali per raggiungere i crinali nonché dall’innalzamento delle gigantesche torri e dal montaggio delle pale".

Per tutto questo Italia Nostra si appella alla Regione.

"Confidiamo nel fatto - dicono Antonella Caroli e Massimo Bottini - che la Regione, chiamata ad esprimersi sull’emissione del provvedimento autorizzativo, tenga in debita considerazione gli impatti estremamente negativi sul paesaggio e sul turismo anche dell’Alta Valmarecchia e della zona di Verghereto".

Un mostro ecologico, dicono i contestatori, che danneggerebbe anche lo sviluppo turistico futuro di queste suggestive zone.

"Queste enormi pale eoliche - termina Italia Nostra - andrebbero ad impattare negativamente sul territorio, danneggiandonegli aspetti naturalistici e paesaggistici, limitando fortemente ogni prospettiva di sviluppo e valorizzazione territoriale, dato ad esempio dal turismo escursionistico e storico-culturale di cui si è registrato un forte aumento negli ultimi anni.

Chiese, edifici religiosi, torri, castelli e altre architetture storiche sarebbero sfregiate dall’innalzamento di queste turbine, così come sarebbero sfregiate aree naturali protette quali per citarne solo alcune la Riserva Naturale dell’Alpe della Luna, il Monte Fumaiolo, i fiumi Marecchia e Senatello, il parco e la riserva naturale del Sasso di Simone e Simoncello".