"Un anno di lavoro per la carriera perfetta"

La coppia Cicerchia-Scortecci al top della concentrazione: "Ci viene tutto facile? Dietro c’è un lavoro complicato e costante"

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di Angela Baldi

Sono i primi di settembre ma vorrebbero già mettersi il cappotto a Santo Spirito. Davanti una Giostra e tre avversari che proveranno in ogni modo a chiudere le ante del guardaroba invernale. Dopo aver conquistato a giugno la trentottesima lancia d’oro, Santo Spirito dall’alto della vetta dell’albo che divide con Porta Crucifera, vorrebbe in un colpo solo portare ai Bastioni sorpasso e giacca pesante. La squadra per farlo è da serie A con due super giostratori, Cicerchia e Scortecci, e la coppia rettore capitano pluri vittoriosa.

Elia e Gianmaria, Santo Spirito è il quartiere da battere?

G: "Siamo di sicuro i più esperti, lo dice la storia degli ultimi 10 anni, ma la Giostra rimette tutto in discussione".

E: "Ogni Giostra è una storia a sé, aldilà delle statistiche a nostro favore, abbiamo dimostrato di saper vincere e anche che si può perdere, non penso di andare in piazza inutilmente".

Sembra che a Santo Spirito venga tutto facile, ma quanto impegno c’è dietro a una carriera?

G: "Viene tutto facile per la quantità ma soprattutto per la qualità del lavoro che facciamo in scuderia e in piazza. Può sembrare semplice dall’esterno solo perchè è un lavoro fatto bene. Ma l’impegno è costante, stacchiamo solo la settimana dopo la Giostra di settembre, con frequenza diversa ci alleniamo sempre. Negli ultimi sei mesi dal lunedì al sabato siamo stati ogni giorno in scuderia".

E: "In realtà di semplice non c’è niente, che venga naturale e che da fuori possa sembrare facile, è dato proprio dal tanto lavoro e dall’estrema meticolosità con cui ponderiamo ogni minima sfaccettatura di quello che c’è da fare in piazza".

La forza di Santo Spirito sta nella squadra affiatata, che clima si vive alle scuderie?

G: "Aldilà della qualità tecnica, siamo il miglior ambiente di Giostra per il clima. Perciò tutti passano volentieri il tempo alle scuderie, questo è sicuramente un primato indiscutibile. E’ frutto dei risultati, ma anche delle persone che ci gravitano, abbiamo trovato un equilibrio positivo, è un piacere stare qui".

E: "E’ una delle caratteristiche che ci contraddistinguono da anni. Le vittorie aiutano per il clima, poi ci sono direttivo e squadra tecnica dietro, stiamo seguendo le orme di chi ci ha insegnato tanto nei primi anni. Una regola importante è anche definire i ruoli, poi la stima reciproca, tutto contribuisce a far funzionare la macchina".

Obiettivo cappotto e cima in solitaria?

G: "L’obiettivo è sempre vincere e fare la carriera che ci chiede il capitano".

E: "Sicuramente è uno stimolo in più, ma affrontiamo la Giostra senza caricarci di emozioni".

C’è qualche rito particolare?

G: "C’è una ritualità che è quella che esiste nello sport, che porta serenità e concentrazione, è la stessa per tutte le giostre, un modo per sentirsi preparati".

E: "Qualche rito scaramantico ma senza caricarci di stress in più, non c’è niente di obbligatorio che va rifatto per forza".