"Ultraleggero caduto, così ho evitato la tragedia": il pilota recupera l'aereo e racconta

Giampiero Coradeschi: "Si è spento di colpo, mi sono allontanato dalla gente per evitare danni,ho puntato il mare". "Per ora non tornerò a volare, lo devo ai miei"

Coradeschi e il velivolo recuperato dal mare

Coradeschi e il velivolo recuperato dal mare

Arezzo, 22 luglio 2018 - Fermarsi, pensare, agire. Sono state queste le prime tre cose che ha fatto domenica scorsa Giampiero Coradeschi, l’imprenditore lucignanese che ha rischiato la vita a bordo del suo ultraleggero di fronte alla spiaggia maremmana di Cala Martina nel Comune di Follonica. Il suo aereo ha avuto un’avaria ed è caduto in mare. Fortunatamente il pilota è riuscito a salvarsi.

A distanza di una settimana da quei difficili momenti Coradeschi racconta la sua versione dei fatti. Era partito dall’Aviosuperficie della Valdichiana per trascorrere con gli amici una domenica al mare in Maremma. Nulla faceva presagire quanto sarebbe avvenuto di lì ad un’ora dal suo decollo. «Ero arrivato sopra la pista dove sarei dovuto atterrare l’avio superfice di Scarlino. Ho fatto un circuito largo per valutare meglio le condizioni del vento. Mi sono diretto verso il mare per evitare case e spiaggia in modo da fare una virata più in sicurezza e tornare indietro».

Ma qualcosa va storto. Il motore del suo Storm 300 dà gli ultimi colpi prima di smettere definitivamente di funzionare. E proprio qui ha fatto la differenza essere un pilota d’esperienza, lui lo è da più di 20 anni e ha alle spalle oltre 1000 ore di volo. «In tanti mi dicono che ho avuto solo fortuna e, per carità, anche quella in queste occasioni deve esserci.

Credo, però, che aver mantenuto i nervi saldi facendo tutto quello che nell’emergenza era previsto, abbia fatto la differenza per portare a casa la pelle senza creare incidenti agli altri. Ho controllato il motore, ho tentato di farlo ripartire. Ero a 200 metri dal livello del mare e non potevo insistere oltre. Ho pensato a creare meno danni alle persone intorno a me. Ho portato il mezzo più lontano possibile girando la prua verso il mare aperto, chiuso i rubinetti del carburante per non provocare sversamenti in mare, staccato il quadro e la batteria e ho ammarato nonostante il vento non favorevole».

Tutto in appena un minuto. «Non c’è stato il tempo di dare l’allarme. Ho preferito fare ciò che andava fatto». Sono stati due ragazzi con il gommone a prestare i primi soccorsi a Coradeschi. L’ultraleggero aveva circa 10 anni di vita e 400 ore di volo alle spalle.

Aveva passato tutti i controlli per le certificazioni di legge. Il mezzo è stato recuperato venerdì mattina grazie all’aiuto della Guardia Costiera di Follonica in particolare del Primo Maresciallo Federighi. «Sarebbe bello tornare in volo – racconta ancora il pilota – ma per il momento non lo farò. Soprattutto per chi mi è vicino questo incidente è stato un brutto colpo».