Ucraina, a rischio scambi da 200 milioni Randellini: "Pesano le importazioni d’oro"

L’impatto di un possibile conflitto. Il segretario generale della Camera di commercio: "Da Mosca metalli preziosi anche tramite la Turchia"

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di Federico D’Ascoli

Sir Winston Churchill amava ripetere che "la Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma". Anche oggi gli scenari legati a un attacco delle armate di Putin contro l’Ucraina non sono chiari: pure nell’ipotesi meno drammatica il prezzo del gas e del petrolio sono destinati a restare più alti di quanto avverrebbe in condizioni di pace.

L’Italia ha molto da perdere se la crisi innescata dal Cremlino finisse fuori controllo, perché è la terza economia dell’Unione europea in termini di export verso la Russia e la decima nel mondo. Le sanzioni potrebbero fermare gran parte di questi scambi: nel 2020 l’Italia ha venduto prodotti e servizi in Russia per 10 miliardi di dollari: non sarebbe la prima volta però che l’export italiano subisce contraccolpi a causa delle sanzioni. Il made in Italy verso Mosca valeva oltre 14 miliardi di dollari nel 2013, ma nel 2016 era già dimezzato a causa delle misure dell’Unione europea legate all’annessione della Crimea.

Quale impatto avrebbe l’eventuale conflitto per il controllo della regione ucraina del Donbass sull’import-export aretino? Ne abbiamo parlato, con la scorta dei dati sull’interscambio commerciale degli ultimi quattro anni, con il segretario generale della Camera di commercio di Arezzo e Siena Marco Randellini. "Per quanto riguarda la nostra economia le conseguenze sulle esportazioni, sia verso la Russia che verso l’Ucraina, non sarebbero troppo rilevanti – spiega Randellini – abbiamo sono volumi limitati. I nostri mercati di riferimento, sia per il comparto della moda che per quello orafo, sono altrove: soprattutto negli Stati Uniti, in Turchia e nel sud-est asiatico".

La bilancia commerciale tra Arezzo Mosca e Kiev pende dalla parte delle importazioni: "Nel terzo trimestre del 2021 abbiamo comprato beni dalla Russia per 174 milioni di euro e venduto per 28. Quasi tutto è basato sui prodotti metallurgici, in particolare oro e altri metalli necessari per le aziende dei preziosi" fa sapere il segretario generale dell’ente camerale.

Dati che potrebbero essere in buona parte limati verso il basso dalle cosiddette “triangolazioni“: "Può capitare che invece che comprare il metallo direttamente in Russia lo si compri dopo un passaggio attraverso la Turchia, dove gli scambi sono decisamente superiori, visto che Ankara è il terzo mercato di riferimento della nostra economia, in particolare quella legata alla produzione orafa".

Il distretto dell’oreficeria di Arezzo è l’unico all’interno del sistema moda della Toscana che nel 2021 è riuscito a superare il valore di esportazioni dei primi nove mesi del 2019 (+17,3%), sostenuto dalle vendite verso Stati Uniti e Sudafrica.

Le difficoltà maggiori verrebbero dunque, come per il resto dell’Italia, dal possibile, drastico crollo delle forniture di gas dalla Russia tramite l’Ucraina, obbligandoci a un rapido contenimento dei consumi. Per Mosca infatti l’Italia è il nono sbocco delle proprie merci, per più della metà rappresentate da gas naturale e petrolio.

"In valore assoluto – conclude il segretario generale Marco Randellini – la Russia è il nostro ventottesimo paese per rapporti commerciali, l’Ucraina il sessantaduesimo. Le esportazioni complessive tra Mosca e Kiev si attestano su circa 36 milioni di euro su un totale di 11 miliardi. Una quota poco rilevante anche in caso di un blocco degli scambi legato a eventuali scenari di guerra".