Uccise la figlia di 4 anni: tutto sulla perizia

Svolti gi accertamenti psichiatrici sull’uomo responsabile dell’omicidio di Levane. Tra 60 giorni l’esito. Sentito anche l’altro figlio

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Dovrà essere depositata entro 60 giorni la perizia psichiatrica disposta dal Gip del Tribunale di Arezzo Fabio Lombardo ed eseguita ieri sul trentanovenne bengalese che il 21 aprile scorso ha ucciso la figlia di 3 anni mezzo. E’ stato lo psichiatra fiorentino Massimo Marchi ad eseguire l’accertamento diagnostico nel carcere fiorentino di Sollicciano, dove è recluso Billal Miah, l’omicida che trucidò con un coltellaccio assimilabile ad una roncola, sferrandole fendenti fatali a collo e a mento, la piccola Jannatun Nabia nella mansarda di una palazzina di via Togliatti a Levane nel territorio del comune di Bucine. La furia del padre si scatenò anche contro il figlio maggiore di 12 anni che tentava invano di difendere la sorellina. Ferito alla testa, il ragazzo pur inseguito dal babbo riuscì a salvarsi rifugiandosi al piano terra della villetta da alcuni conoscenti. La ratio dell’esame specialistico è chiara: si dovrà riuscire a capire se l’assassino, che dopo aver infierito sui figli si era calato nudo in un pozzo attiguo al giardino dell’abitazione, sia stato capace di intendere e di volere in quei terribili momenti e se oggi sia in grado comparire alla sbarra per sostenere il processo. E’ imputato infatti di omicidio volontario aggravato dal grado di parentela e dalla minorata difesa per la morte della figlioletta e di tentato omicidio per l’aggressione al primogenito. I Carabinieri della Compagnia di San Giovanni e della caserma levanese, chiamati sul posto dai vicini di casa che avevano visto l’asiatico gettarsi nella cisterna, lo riportarono in superficie insieme ai Vigili del Fuoco del distaccamento di Montevarchi e dopo una notte passata all’ospedale di Santa Maria alla Gruccia perché in stato di ipotermia lo trasferirono al carcere del capoluogo toscano. In realtà rimase ben poco dietro le sbarre accusando un malore che lo riportò in corsia, stavolta nel reparto psichiatrico del presidio ospedaliero delle Suore Oblate. Infine il ritorno a Sollicciano.

E sempre ieri lo psicoterapeuta aretino Francesco Zarro, a sua volta incaricato dal Tribunale, ha svolto la perizia sul ragazzino sfuggito al babbo per valutare se possa sostenere un incidente probatorio. Nel caso sia ravvisata una simile eventualità potrà essere stabilita la data dell’udienza per recepire il racconto dell’adolescente come prova testimoniale. Billal Miah, operaio orafo in cassa integrazione, bloccato tra le mura domestiche a causa del lockdown e della chiusura dell’azienda, alcuni giorni prima del delitto era ricorso al medico di famiglia lamentando forti cefalee. Quel terribile martedì si accanì sui bimbi che stavano guardando i cartoni animati in Tv attorno a mezzogiorno mentre la moglie era uscita per andare a fare la spesa.