Uccidono un gatto tirandogli una freccia: è caccia ai responsabili, la rabbia dell'Enpa

L'episodio mette a rumore il quartiere. E' l'ennesimo caso capitato in zona, un animale era stato anche impiccato. Dalle fucilate ai cuccioli lasciati nei bidoni

Un abbraccio vale moltissimo

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Arezzo, 19 maggio 2018 - La crudeltà umana è difficile da comprendere, soprattutto quando si scaglia contro un essere indifeso. Come un gattino che nei giorni scorsi era stato avvistato al Restone, al confine tra i comuni di San Giovanni Valdarno e Figline Incisa. Era stato colpito in testa, tra i due occhi e il naso, da una freccia di balestra. I volontari dell’Enpa Valdarno avevano cercato di prenderlo per portarlo poi da un veterinario, ma il micio era scappato, probabilmente impaurito. Giovedì pomeriggio l’amara scoperta.

Dopo ore di ricerche, l’associazione degli animali, insieme ai volontari del Gaib e della Protezione Civile, hanno ritrovato il gatto ormai privo di vita. La denuncia è già stata fatta presso la polizia municipale di Figline, cui è stata consegnata anche la freccia incriminata. «Speriamo di trovare il colpevole di questo gesto immondo che ha messo fine alla vita di un gatto selvatico protetto dalla legge come animale libero», hanno detto, sconcertati, i rappresentanti dell’Enpa. Una delle responsabili, la sangiovannese Luigina Campedelli, ha annunciato che è intenzione dell’associazione costituirsi parte civile.

«Abbiamo già allertato il nostro avvocato – ha detto – Certamente, la denuncia è contro ignoti». Letizia Cipriani, una volontaria, ha recuperato l’animale morto. «Si trovava in un fosso. E’ stato colpito da una freccia di balestra da caccia senza punta, probabilmente dall’alto – ha precisato – Purtroppo, negli ultimi mesi, non sono mancati episodi di crudeltà nei confronti dei mici. Ricordo, lo scorso anno, un gatto quasi impiccato a Castelfranco Piandiscò e sempre in quella zona un altro esemplare colpito da una fucilata. Per fortuna, invece, sono diminuiti gli avvelenamenti nelle colonie feline. Ma si registrano, ogni mese, episodi gravissimi, con cuccioli appena nati gettati nei bidoni dell’immondizia, anche dalle nostre parti».

In base ad una prima ricognizione da parte del veterinario, sembra che il gatto ucciso al Restone, di circa un anno, non sia morto subito, ma dopo alcune ore e in seguito ad atroci sofferenze. «Senza un signore del Gaib, esperto di quei luoghi, non lo avremmo trovato – ha concluso Letizia – Voglio comunque ringraziare chi ha partecipato alle ricerche, che purtroppo hanno avuto un esito tragico». A San Giovanni, tra l’altro, nei mesi scorsi, si sono registrati altri fatti inquietanti. Potenziali vittime, questa volta, i cani, con polpette avvelenate disseminate soprattutto nel quartiere dell’Oltrarno. Per fortuna non ci sono stati decessi.