Tutto da rifare: il treno dei rifiuti torna al sud

I vagoni hanno lasciato la stazione di S.Giovanni, ad attenderli i carabinieri forestali. Per i cittadini finisce un incubo, il paradosso continua

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di Maria Rosa Di Termine

Il treno della monnezza finalmente nella serata di ieri ha ripreso il viaggio, facendo dietrofront per tornare in Campania, ovvero da dove era partito. San Giovanni adesso è libera dai miasmi della fermentazione dei rifiuti provocati dal percolato che gocciolava dai container. Ad annunciare la buona nuova che fa tirare, è il caso di dire, più di un sospiro di sollievo alla comunità del Marzocco costretta a sopportare i cattivi odori provenienti dal convoglio in sosta alla stazione ferroviaria, è stata il sindaco Valentina Vadi con un post sui social nel quale informava di aver ricevuto la notizia tanto attesa da Rfi alcune ore prima del semaforo verde per il locomotore e i 16 vagoni con i cassoni carichi di nettezza in origine diretti a un impianto di smaltimento in Austria. I titoli di coda su una storia che ha creato preoccupazione e disagi alla cittadinanza, hanno cominciato a scorrere dopo il dissequestro disposto dal magistrato. Con il cambio di destinazione, verso Marcianise dove ieri notte è stato preso in carico della forestale di Caserta. "Ringrazio chi si è prodigato, in questi giorni, per la risoluzione di questa critica vicenda - ha chiosato l’amministratrice - in modo particolare la Procura della Repubblica, Arpat, Asl Toscana Sud Est e l’igiene pubblica del Valdarno, la Prefettura, Rfi, gli uffici del nostro Comune, ma soprattutto il vicesindaco Paola Romei che ha coordinato e gestito, insieme a me, i contatti con gli enti competenti". L’annuncio è giunto al termine di una giornata che si era aperta con il sopralluogo proprio della vicesindaca a ridosso dei cassoni per fare il punto su un episodio che ha causato non pochi fastidi alla città, alle prese con un puzzo insopportabile, e per comunicare l’invio di un’istanza urgente alla Procura per spostare il treno fermo ai binari 5 e 7 e sequestrato per problemi igienico-sanitari.

Sempre in mattinata il personale di Arpat e dell’impresa proprietaria dei container Enki Srl aveva sigillato i contenitori con l’immondizia, caricati a coppia su ognuno dei 16 vagoni, in adempimento dell’ordinanza comunale firmata lunedì scorso. "Mercoledì, visto che non c’erano stati sviluppi – aveva precisato Romei - avevamo sollecitato un nuovo intervento della Usl per valutare i potenziali pericoli per la salute. E i tecnici dell’Azienda sanitaria giunti sul posto hanno confermato preoccupanti valutazioni igienico-sanitarie per un inquinamento odorigeno che genera malessere negli abitanti, indicando l’opportunità di allontanare quanto prima il treno dall’area urbana spostandola in una a scarso insediamento di abitazioni e attività commerciali". Rilievi che erano stati allegati all’istanza urgente del municipio. Il merci nel pomeriggio di giovedì scorso si era fermato -a San Giovanni per un problema improvviso alla telonatura dei cassoni. "La copertura era stata ripristinata – ha proseguito – per viaggiare in sicurezza, ma mancava la disponibilità della linea ferroviaria per raggiungere il Brennero.

Il convoglio era stato autorizzato a riprendere la marcia alle 14 di lunedì, ma nel frattempo erano scattati gli accertamenti per verificare la situazione e disporre tutti gli atti probatori per risolverla". Poche ore dopo l’ordinanza del Comune, l’Arpat aveva disposto il sequestro probatorio poi convalidato dal magistrato. "Resta da capire – ha concluso la vicesindaco - come mai un treno di quel genere abbia potuto stazionare all’interno di una zona altamente urbanizzata".