di Federico D’Ascoli L’unico appiglio per gli sconfitti è la Var. Che alla Giostra del Saracino, naturalmente, non c’è. Sul tribunale dei social il fermo immagine televisivo del 5 di Gianmaria Scortecci (meno netto dei precedenti) ha invaso i profili di quei quartieristi che sono usciti dalla notturna con le ossa rotte, o meglio fracassate, dall’ultima notturna. Inutile aggiungere che il timbro della lancia è molto incerto tra 4 e 5 ma la misurazione della giuria non è un "errore chiaro ed evidente", quello che serve nel calcio per ricorrere alla moviola in campo. La sensazione netta, anche se manca la riprova, è che se anche a Scortecci la giuria avesse dato un 4 ci avrebbe pensato Cicerchia a rimettere le cose a posto. Già perché quella di sabato sera, senza girarci troppo intorno, è stata una delle Giostre tecnicamente più brutte degli ultimi anni: tutti i rivali della Colombina hanno combinato disastri con tiri lontani anni luce dal centro, se si eccettua il 5, a Giostra già finita, di Tommaso Marmorini. Sarà un’estate decisamente difficile per chi non frequenta i Bastioni da quartierista, mentre un’ombra aleggia sul mondo della Giostra. Enrico Vedovini, con il suo ritiro dopo settembre, ha decisamente contribuito alla crescita del divario tecnico tra biancoverdi e gialloblù. La sua voglia di rimettersi in gioco, sottolineata in ogni intervista, è un elemento che potrebbe tentare qualche dirigenza in cerca di risposte immediate al disastro di sabato. "È bello quando tanta gente ti ferma e ti chiede di tornare a giostrare, mi è successo anche sabato sera all’estrazione delle carriere. Se ci sto ripensando? C’è una domanda di riserva...?" ci aveva detto qualche giorno fa il campione che si è visto più volte in settimana a osservare le prove degli (ex?) colleghi. Porta Crucifera, dopo la decisione di lasciare Sant’Andrea si era fatta ...
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