Baby gang: il trapper Montana davanti al gup

Le indagini coordinate dal pm Julia Maggiore e svolte sul campo da Squadra mobile e Polizia municipale

Si indaga sulle aggressioni attribuite alla baby gang di Arezzo (foto di repertorio)

Si indaga sulle aggressioni attribuite alla baby gang di Arezzo (foto di repertorio)

Arezzo, 25 novembre 2022 - No ad un processo 'in campo neutro' al trapper Montana, ritenuto il capo della baby gang che per mesi ha imperversato ad Arezzo con aggressioni e prepotenze. La Cassazione ha respinto l'istanza del giovane che attraverso il suo avvocato sollevava una questione di incompatibilità: riteneva che il processo al tribunale di Arezzo potesse essere condizionato da pregiudizi e quindi non equo. La Suprema Corte ha spazzato via ogni dubbio sulla imparzialità dei giudici aretini ed il gup del tribunale di Arezzo, Stefano Cascone, ha quindi potuto fissare per martedì 6 dicembre l'udienza preliminare. Quel giorno Walid Rakia comparirà a palazzo di giustizia, accusato per una lunga serie di episodi che vedono coinvolti anche sedici giovanissimi dei quali però si occupa il tribunale dei minorenni di Firenze in quanto erano tutti under 18 al momento dei fatti. La notizia è riportata oggi dal "Corriere di Arezzo". Il leader, che invece era maggiorenne, ed un altro coetaneo passano invece dinanzi ai giudici del tribunale aretino. Le indagini coordinate dal pm Julia Maggiore e svolte sul campo da Squadra mobile e Polizia municipale, attribuiscono a Walid Rakia, il ruolo di capo carismatico di quella che viene definita un'associazione a delinquere.  Che si sia trattato di un fenomeno negativo, preoccupante, grave, nessuno può negarlo dinanzi alle ricostruzioni fatte dagli inquirenti: giovani aggrediti, esercizio della violenza per affermare il dominio della famiglia Montana, rapine, droga, video e immagini con armi. Il vice sindaco Lucia Tanti, assessore al sociale al Comune di Arezzo, a più riprese è intervenuta sulla delicata vicenda, rimettendosi alle decisioni della giustizia ma invitando il ragazzo a chiedere "scusa" alla città.

Gli arresti di maggio, preceduti da quello di Walid, furono la risposta importante delle forze dell'ordine al malessere e all'inquietudine che serpeggiavano tra piazza Sant'Agostino, il Prato, i Portici, le Scale Mobili. Cellulari e pochi euro strappati di mano per il gusto della prepotenza; coltelli, minacce, botte. Video poco rassicuranti. Una ''organizzazione'' piramidale, riferì la Questura, dove in cima ci sarebbe stato proprio lui, Montana, nome tratto dal film Scarface. Con gli altri del gruppo che potevano fregiarsi dello stesso titolo se erano ligi ad un certo codice di comportamento. Gerarchie interne, possibilità di scalare nella 'struttura' del potere della gang.

Ora si avvicina il momento in cui il giovanissimo Walid, molto attivo sui social fino a quando gli è stato possibile, potrà dire la sua, esporre la sua verità, magari correggere il tiro dell'accusa che gli viene mossa. O chiedere scusa, in un percorso di consapevolezza e riabilitazione, come alcuni ragazzi - i bulli dell'aggressione al giovane cieco al parcheggio Pietri - che hanno chiesto di pagare con la messa alla prova: volontariato. Il primo ad affrontare l'udienza, dunque ad Arezzo e non altrove, è il leader. Poi verrà il turno, a Firenze, dei 16 giovani (anni 2003, 2004, 2005) nati ad Arezzo, uno a Treviso, uno in Romania, uno in Etiopia, due in Tunisia, tre in Marocco ritenuti membri della baby gang.