Tifose aggredite a Lucca, sprangate all'auto: "La polizia ci doveva scortare"

Gli assalitori hanno iniziato a colpire l’auto, uno di loro è salito sul cofano. La rabbia delle tre donne. "Pronte a denunciare la questura lucchese

L'auto sfondata

L'auto sfondata

Arezzo, 18 settembre 2018 - «Stavamo già pensando a dove andare a cena: fino a quel punto era stata una bellissima serata con la vittoria dell’Arezzo ma all’improvviso sono spuntate una decina di persone e hanno sfasciato tutto». Eleonora Elleboro di trasferte al seguito dell’Arezzo in compagnia della figlia Barbara Donati ne ha fatte a decine, mai un problema. Ma nel dopo-partita di domenica sera a Lucca se l’è vista davvero brutta. La partita, finita 0-1 grazie al gol di Buglio negli ultimi minuti, si è conclusa da circa mezz’ora. Dalle forze dell’ordine in servizio allo stadio Porta Elisa arriva il via libera alle auto per lasciare il parcheggio riservato alla tifoseria ospite.

Alla guida dell’Opel Astra grigio metallizzato c’è la figlia Barbara Donati, ex pallavolista di talento con trascorsi fra i professionisti e qualche convocazione nelle nazionali giovanili. Sembra tutto a posto ma dopo un centinaio di metri, da dietro un muretto, appaiono una decina di scalmanati con le sciarpe della Lucchese al collo. Prima accerchiano una Golf che si trova davanti: il conducente ha fa in tempo a premere l’acceleratore e a evitare guai.

L’Astra su cui sono le due donne insieme a un’amica di 27 anni, invece, resta impigliata nell’assalto degli ultrà rossoneri. Gentiluomini che non si sono fermati neppure al cospetto di tre donne inermi. «Ne avevamo alcuni sopra il parabrezza – racconta Eleonora Elleboro – altri con delle spranghe hanno iniziato a colpire la carrozzeria ai lati e il lunotto posteriore. Sono stati attimi terribili: la ragazza che era nei sedili posteriori si è chinata ma non è riuscita a evitare la sprangata che ha sfondato il vetro e l’ha colpita di striscio alla testa».

Il bilancio è serio: la ragazza si è fatta refertare al pronto soccorso, la ricerca di un ristorante dove concludere una bella domenica si è trasformata in una notte passata in questura per la denuncia dell’episodio e l’identificazione di almeno tre dei responsabili della vile aggressione. Il rientro in città solo alle 5 di mattina. L’auto ha il lunotto posteriore in frantumato, varie ammaccature alla carrozzeria e uno specchietto retrovisore distrutto. Migliaia di euro da spendere.

L’inquietante vicenda potrebbe avere strascichi ben più gravi di una semplice denuncia nei confronti dei tifosi responsabili e una richiesta di risarcimento danni. Le tre donne vittime dell’aggressione, difese dall’avvocato Tiberio Baroni, hanno presentato una seconda denuncia contro i responsabili della questura lucchese in servizio allo stadio: «Inammissibile che, come avvenuto in altri derby, non si sia provveduto a scortare le auto dei tifosi amaranto lontano dal Porta Elisa – spiega Baroni – questo per noi configura il reato di omissione di atti d’ufficio».