
di Silvia Bardi
Jacopo Broseghini, Michele Vicentini e Federico Sassudelli, tre voci, chitarra, basso e batteria, suonavano già da anni prima di partecipare alla fortunata seconda edizione di X Factor. Il caso li assegnò alla manager e produttrice Mara Maionchi che li lanciò in tv consegnando la loro simpatia e la loro energia all’affetto degli italiani che li fecero arrivare secondi alla finale. Iil rock libero e scatenato della band trentina The Bastard sons of Dioniso, ha dimostrato che non sempre i talent lasciano il tempo che trovano. "Avremmo continuato a scrivere e suonare le nostre canzoni anche senza tv, eravamo poco interessati ai numeri - confessa Jacopo Broseghini - ma facevamo fatica ad andare oltre agli innumerevoli bar del Trentino in cui suonavamo. X Factor per noi era un gioco divertente come il Monopoli, ma ci ha dato la possibilità di farci conoscere a livello nazionale in anni in cui i social non erano ancora esplosi e l’unico mezzo era Myspace".
Di suonare non hanno mai smesso, pandemia a parte. Anzi, il covid ha permesso di mettere a punto l’ottavo album "Dove sono finiti tutti" che li vede in concerto stasera alle 21 allo SpazioPoliteama di Montevarchi. Tappa di un tour che verrà aperto dalla cantante Caterina (anche lei concorrente di X Factor).
"Abbiamo accumulato tantissima energia che finalmente possiamo scaricare dal vivo sul palco. Il disco doveva uscire nel 2020 e in questo tempo di attesa ha continuato a mutare sia nella musica sia nei testi, anche il titolo è diverso. ‘Dove sono finiti tutti’, è l’ironica risposta alla domanda che ci fa chi non sa che noi suoniam o insieme da diciannove anni". Una lunga attività che li ha visti protagonisti su numerosissimi palchi nazionali e non, anche di spalla ad artisti come Ben Harper, Robert Plant e Green Day.
Un vinile in due racconti: "La prima metà del disco ha una tematica piratesca che richiama il lockdown, l’essere stati isolati su un mare in tempesta con molti riferimenti al navigare - spiega Jacopo - la seconda parte è più riflessiva, parla dell’uomo e delle proprie decisioni, ma i piani di lettura sono diversamente interpretabili. La canzone ‘Restiamo umani’, ad esempio, può essere letta come incitazione o come incapacità a migliorare, l’abbiamo inserita dodici ore prima di registrare. Siamo contenti di portare qualcosa di nuovo con la nostra libertà espressione e di trovare persone che credono nel nostro progetto. Sarà bello avere Caterina sul palco e il pubblico sotto il palco".