Tacconi e le monoclonali "Arezzo è all’avanguardia"

In 10 mesi trattati 480 pazienti e in ospedale solo 7-8 ricoverati per il Covid. Al Forum interviene Rezza (Ministero). "Su Omicron preoccupazione moderata"

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di Lucia Bigozzi

In otto mesi 480 aretini sono guariti dal Covid grazie alle terapie monoclonali. E’ un dato che racconta il cambio di marcia nella lotta al virus rispetto alla prima ondata, quella del 2020, quella delle terapie intensive come campi di battaglia. La corsa contro il tempo nei laboratori di ricerca ha "aggiornato" i protocolli sanitari e Arezzo è stata una delle prime città a mettere in corsia i monoclonali. Lo ha fatto Danilo Tacconi nel reparto di Malattie infettive che dirige e ci tiene a dire che "Arezzo è all’avanguardia. Da marzo ad oggi abbiamo trattato con monoclonali 480 persone che hanno dato un risultato importante perché al San Donato attualmente abbiamo tra i 7 e gli 8 pazienti ricoverati e, guardando gli altri ospedali con reparti Covid, noi conserviamo il numero più basso".

Va da sé che sulla protezione dagli effetti del virus un ruolo importante lo gioca anche "la popolazione vaccinata, ma l’impatto dei monoclonali sulla salute dei pazienti e, devo dire sui livelli di stress dell’ospedale, in questo momento è notevole" sottolinea Tacconi che ragiona sulla variante Omicron, l’ultima delle mutazioni del virus isolata in Sudafrica, con la prudenza di chi attende dati scientifici più definiti perché per ora "si tratterebbe di malati senza gravi problemi. Come accade per le altre varianti, è possibile che i vaccinati si possano infettare ma ormai ci sono evidenze, anche con i numeri dei ricoverati attuali rispetto a un anno fa senza vaccini, che confermano l’importanza dell’immunizzazione. Se anche la variante Omicron può contagiare persone vaccinate, soprattutto con la terza dose di immunizzazione avremo situazioni di assoluta tranquillità, al netto delle eccezioni", chiosa il virologo a margine del Forum Risk Management in Sanità. Un monitoraggio stretto sulla variante sudafricana è la necessità richiamata da Gianni Rezza che nel quartier generale della kermesse ideata e organizzata da Vasco Giannotti e Giorgia Artiano, spiega i come e i perchè della campagna vaccinale tarata sulle terze dosi con accelerazioni in tutte le Regioni. "Bisogna seguire Omicron con attenzione, per ora c’è una preoccupazione moderata; la variante sembra essere abbastanza contagiosa ma in quanto a virulenza non pare maggiore delle altre e, soprattutto con la terza dose di vaccino, il livello di protezione è alto". Sul no del premier Draghi alla circolare ministeriale che reintroduceva la Dad per tutta la classe al primo studente contagiato, Rezza osserva che la valutazione era originata dalle "grosse difficoltà delle scuole e anche delle Asl a gestire il nuovo protocollo sulle quarantene; poi vista la disponibilità della struttura commissariale ad affiancare le Asl, adesso questo comporterà un impegno maggiore".

Ad aprile 2020, nella fase più acuta della pandemia Monica Bettoni, medico aretino in pensione, si è rimessa il camice ed è partita per l’ospedale di Fidenza (Parma) a dare mano in terapia intensiva; oggi dice che "la svolta c’è stata con l’avvento dei vaccini" e a chi non ne vuole sapere della puntura anti-Covid, segnala: "Non ha mai visto una Rianimazione e non sa cosa è questo virus perché se avesse visto di persona o si fosse trovato in quella situazione probabilmente cambierebbe idea".