Svolta al consorzio di bonifica: estromesso Tamburini, lo "zar dei fossi"

A sostituirlo sarà Serena Stefani, arrivata prima alle elezioni. Lui amareggiato: "Non volevo andare in pensione, ora sono senza lavoro"

tamburini

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Arezzo, 10 aprile 2019 - «Mi hanno voluto pensionare, ma sono rimasto senza lavoro». È un Paolo Tamburini amareggiato quello che parla dopo la pubblicazione dei risultati delle elezioni del Consorzio di bonifica. Si scorre la lista dei nomi degli eletti dopo le consultazioni dei primi di aprile e quello del presidente uscente non si trova.

«Sono stato fatto uscire di scena – precisa Tamburini – a una settimana dalla scadenza delle candidature mi hanno informato che non sarei stato ricandidato, ho chiesto spiegazioni e non le ho avute, credo di meritare il rispetto per quello che ho fatto in questi anni, mettendoci la faccia come in una polveriera».

Tamburini prima è stato presidente del Consorzio di bonifica della Valdichiana, poi in attesa della fusione degli enti ne divenne commissario e con la creazione del nuovo Consorzio di bonifica Alto Valdarno ne è stato presidente per cinque anni. Periodi turbolenti quelli della «Tassa sui fossi», periodi che Tamburini ripercorre con orgoglio: «La soddisfazione più grande è stata quella di aver vinto una battaglia contro chi pensava che il tributo fosse illegittimo e parlo non dei cittadini, ma di qualche loro rappresentante».

Il riferimento è a Giuseppe Fanfani che nel 2013 da sindaco di Arezzo ingaggiò un contenzioso con l’ente che ne uscì invece rafforzato dopo che la raffica di vittorie dei ricorrenti alle commissione tributarie fu ribaltata in appello.

Ogni anno finiscono nelle casse del Consorzio circa 6 milioni di euro di tributi, l’ente grazie anche a fondi regionali arriva ad investire in manutenzioni dei corsi d’acqua fino a 13 milioni di euro. Nel corso degli anni il «consorzio dei fossi» ha anche cambiato la sede e aumentato i dipendenti, si tratta di operai, tecnici e ingegneri che preparano i bandi di gara. «Eravamo – dice il presidente uscente – ora siamo arrivati a 32, poi c’è tutto l’indotto delle imprese agricole che vincono le gare e fanno i lavori di manutenzione».

«Aver risolto il problema del contenzioso è stato il traguardo più importante abbiamo legittimato il tributo e migliorato l’immagine del consorzio». La doccia fredda a Tamburini è arrivata per email quando è arrivato la newsletter con l’invito a votare Serena Stefani, l’imprenditrice casentinese poi risultata in testa.

«Queste lettere sono state spedite ai sindaci – dichiara il presidente uscente – sono andati a dire che sarei andato in pensione, ma non è così, a 65 anni sono senza lavoro. È la dimostrazione della decadenza della politica, perché quando arrivano i risultati sono stato emarginato, la storia del rinnovamento non tiene perché in Toscana sono fra i presidenti meno longevi».