
Non c’è ancora alcuna certezza sulla possibilità di svolgere Gold Italy ad Arezzo, il secondo appuntamento fieristico in grado di accendere i riflettori sulle aziende orafe e soprattutto far vivere la città. La data del workshop è il 22 ottobre, appena un mese dopo Vicenza e Istanbul: appuntamenti troppo ravvicinati che possono mettere in difficoltà le aziende chiamate a un ulteriore sforzo economico senza alcun aiuto e i grandi buyer internazionali – in particolare americani e asiatici –, vera cartina di tornasole dell’evento. Se mancano loro – è il ragionamento sotteso – si vanifica la vetrina e lo sforzo imprenditoriale ma per portarli serve uno sforzo non indifferente. Il mercato orafo è ripartito bene ma ci sono da sanare le ferite della pandemia e il gioco deve valere la candela.
Nel summit organizzato da Italian Exhibition Group nei mesi scorsi con i rappresentanti del Comune, le associazioni di categoria e la Camera di Commercio erano emerse alcune perplessità in merito alla prosecuzione della fiera. La stessa Ieg – presieduta da Lorenzo Cagnoni – aveva preso tempo in attesa della verifica sul campo dell’edizione ritrovata di Oro Arezzo dopo due anni di pandemia per mettere mano al progetto autunnale. E ovviamente l’edizione della ripartenza ha fatto registrare luci e ombre.
Da una parte il Comune, in testa il sindaco Alessandro Ghinelli aveva spinto per confermare l’evento e così tenere accesi i riflettori su Arezzo, dall’altra alcune aziende orafe che, in alcuni casi, hanno disertato la fiera di maggio perché già presenti nei contesti internazionali di riferimento come Dubai. I nodi da sciogliere sono molteplici ma a rimetterci, in caso di annullamento, sarebbe in prima battuta la città.
Resta sulla linea della condivisione di intenti Ieg: "Su Gold Italy nulla è cambiato per noi – spiega il presidente Cagnoni –. Avevamo dichiarato che avremmo rispettato quello che consideriamo il metodo più efficace per affrontare ogni tema: muoverci con un pieno atteggiamento di condivisione. E proseguiremo su questa strada, ascoltando e ragionando con le categorie economiche nei livelli associativi provinciali, regionali e nazionali e, naturalmente, con quelli istituzionali, Comune, Provincia e Camera di Commercio. Discussione e consultazione saranno centrali in tutto il percorso". Serve quindi un tavolo, e serve adesso, perché rinviare in piena estate potrebbe rivelarsi deleterio.
Anche da parte di Giordana Giordini, presidente della Federazione orafi di Arezzo, arriva l’invito al confronto: "Apprezziamo lo spirito di condivisione che già da tempo si è instaurato con Ieg: dobbiamo valutare bene tutti insieme se ci sono i presupposti per Gold Italy. Se così fosse la città ne gioverebbe sicuramente , le aziende però devono essere tutte in linea e fare fronte comune insieme alle istituzioni e alle associazioni di categoria".
Dichiarazioni che suonano come monito a prendersi a cuore il destino dell’evento mettendo a terra le dichiarazioni di intenti e aprendo le porte della città agli investitori.
Erika Pontini