REDAZIONE AREZZO

Studenti e diplomatici . Dal liceo alle Nazioni Unite

Tre giorni di simulazione di lavori e una settimana di viaggio nella grande mela. I ragazzi del Petrarca tornano a casa con tante emozioni e un premio in valigia.

I ragazzi di terza e quarta liceo coinvolti nel progetto Muner di United Network

I ragazzi di terza e quarta liceo coinvolti nel progetto Muner di United Network

di Serena Convertino

AREZZO

Tailleur e giacca e cravatta. I ragazzi del Liceo Classico tornano da New York con una valigia da diplomatici e con qualche sogno in più. E’ il progetto Muner che li ha portati in volo fino alla grande mela per simulare i lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, lasciandogli spazio tra i banchi del palazzo di vetro nel cuore pulsante della diplomazia internazionale. Sono oltre 4000 gli studenti da tutto il mondo a partecipare al progetto. 13, dal liceo aretino, per una settimana nel cuore di New York e tre giorni di lavori diplomatici in collaborazione con coetanei da tutto il mondo. Una valigia piena di idee, ma anche di soddisfazioni. Tra le varie commissioni su temi di attualità, c’è anche quella a cui ha partecipato Aurora Gallastroni, la studentessa che ha portato a casa una menzione d’onore per aver contribuito in modo proficuo alla redazione di una risoluzione diplomatica. Aurora, della classe 3B ha ottenuto un premio per i lavori sul tema: “Un habitat per la promozione degli insediamenti umani e lo sviluppo urbano sostenibile”.

Una settimana a New York che la docente referente del progetto, Chiara Amorini, racconta attraverso l’entusiasmo degli studenti. "I ragazzi erano molto emozionati, soprattutto durante la cerimonia di apertura, il loro primo vero ingresso nell’ambiente dei lavori. Se fino al momento prima di entrare non si erano ancora ben resi conto della portata dell’evento, quando siamo usciti erano già motivati ed emozionati. Non vedevano l’ora che i lavori avessero inizio" Qual è l’aspetto più formativo di un’esperienza di questo genere? "I ragazzi si sentono parte di un contesto diverso da quello scolastico e stimolante in molti modi diversi. Per tutto il tempo della simulazione, che è poi un gioco di ruolo, si devono vestire con abiti formali, entrando letteralmente nei panni di diplomatici. E’ interessante vedere come anche chi in classe rimane più in disparte in questa occasione sia riuscito ad emergere. Anche i più timidi si ritrovano a fare discorsi al pubblico dal pulpito di una grande sala, in inglese, e a discutere su temi complessi di attualità con coetanei da tutto il mondo". Un’esperienza che, racconta la professoressa, negli anni ha permesso ai ragazzi di stringere legami di amicizia con coetanei da ogni parte del mondo, con cui tenersi in contatto anche dopo la fine dell’esperienza.

Come è nato il progetto? "Tutto è partito per iniziativa della professoressa Antonietta Rocco, ora in pensione. Io me ne occupo da ormai 7 anni e ho visto progetti come questo crescere e raccogliere ogni anno sempre più adesioni. Se all’inizio eravamo l’unica scuola in città a promuovere iniziative del genere, adesso partecipano anche studenti da altri istituti".

Non solo oltreoceano. I progetti di simulazione dei lavori di diplomazia portano i ragazzi anche a Roma e Ventotene per Imun, l’Italian Model United Nations che quest’anno ha rilasciato ai due studenti del liceo partecipanti la menzione d’onore e come miglior piccola delegazione. "I ragazzi erano talmente entusiasti che si sono già prenotati per l’edizione del prossimo anno".