Streetfood, oltre 50mila al Prato: blitz, l'amarezza degli organizzatori

"Giusti i controlli ma qualcuno ha esagerato". L'afflusso resta alto anche se gli incassi sono un po' in calo. Il boom notturno

La notte di Streetfood

La notte di Streetfood.

Arezzo, 16 settembre 2019 - Streetfood vien di notte: con il favore delle tenebre il popolo dei golosi si avventa sui banchi dei sapori. L’afflusso è costante anche di giorno, almeno all’ora canonica dei pasti: ma è con il buio che le presenze si impennano. Complice la temperatura che, direbbe Sarri, nel solleone non facilita la prestazione. E complice il vezzo di godersi una delle ultime serate estive. Nei fatti i conti tornano: ad una stima di massima il circo dei cibi di strada torna sopra le cinquantamila presenze complessive.

Che sono tante, anche considerando che il Prato è una location straordinaria ma non di strada: negli stand non ci inciampi, ci devi andare apposta. Il boom l’evento lo tocca sabato sera, quando ad ogni banco le code si allungano fino a tardi, mettendo a dura prova gli stessi protagonisti degli stand. Poi la festa prosegue al pranzo della domenica ma anche ieri sera. Il clima? Forse gli incassi sono stati un po’ sotto quelli di un anno fa, chi arriva comincia a fare i conti con il misurino, specie al ritorno dalle ferie.

Ma è un calo fisiologico di spesa che non risparmia neanche il mercato internazionale ed altri eventi di massa.Ma in generale gli espositori rientrano nelle spese: per aprire lo stand tre giorni ognuno paga intorno ai 1200 euro e i motori nella notte della domenica si riaccendono avendo messo al sicuro il guadagno, piccolo o grande che sia.

La formula resta confermata anche per i prossimi anni: ormai l’evento di settembre è un classico, gli stand ad affollare l’intero ovale centrale, il blocco al parapetto verso la casentinese, il personale di sorveglianza. E una serie di appuntamenti di richiamo; la musica nel palcoscenico centrale, le visite guidate, qualche appuntamento in giro per il centro.

Anche per il 2020 Streetfood conferma la sua doppietta aretina: a primavera l’edizione al Parco Giotto, vedremo se confermandone la data o ritoccandola un po’, e a fine estate quella del Prato. «I controlli sono giusti ma qualcuno ha esagerato»: intanto Massimiliano Ricciarini, il pioniere del circo dei sapori, torna sul blitz del giorno prima. Un po’ alla Ferrer del Manzoni («adelante Pedro ma con giudizio») non contesta il lavoro dei carabinieri nè in fondo i risultati: una sola multa su 26 banchi, il riconoscimento del buon nome dell’evento.

Ma poi getta un po’ di sale su una ferita comunque aperta, e non solo sulla tre giorni del banco argentino. «So che i controlli ispettivi da parte di autorità competenti in tema di prevenzione del rischio o di pubblica sicurezza avvengono o a campione o a seguito di segnalazioni di terzi. Mi fermo qui ma qualcuno ha esagerato».

Nel fare le pulci ai banchi, nel darne risalto sui mezzi di informazione, nel denunciare certe irregolarità? Ricciarini, come Ferrer, si ferma qui: reclama giudizio ma si affida a chi lo ascolta. Magari a Pedro, che a dispetto del nome ci assicurano che non era argentino.