Stop smart working: si risveglia la città. Tremila in ufficio, sportelli riaperti

Il settore pubblico dal 15, i privati già in forze. Certificati: verso la fine delle prenotazioni. Il sollievo dei bar

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di Alberto Pierini

Hanno già caricato la sveglia sul 15 ottobre. E’ la data che il Governo ha scelto per "spegnere" lo smart working, il fedele compagno di strada nei lunghi mesi del lockdown. In realtà non sarà proprio spento: sarà ridotto all’osso, si parla di un 15% ancora raggiungibile, specie prima del 31 dicembre, il prossimo confine dell’emergenza sanitaria. Si spegne il lavoro da remoto, si riaccende la città: o almeno il centro, che sull’altare della sicurezza aveva pagato un prezzo molto alto. In particolare quella rete di locali che ormai vive sì di colazioni ma soprattutto di pranzi veloci. E se i tuoi clienti lavorano da casa, addio: i primi restano sul banco e i secondi in cucina.

I numeri? Cifre granitiche ancora non ci sono. Il primo obiettivo è rimettere in presenza e senza prenotazioni gli sportelli chiave per il pubblico. Nel nostro caso il primo che dovrebbe adeguarsi è lo Sportello Unico, la piccola, preziosissima centrale di certificati e posizioni individuali posizionata alla Cadorna. Conferme non ne ce ne sono ancora, ma questa è la logica della svolta, anche se soprattutto centrata sugli statali. Lo sportello unico, come tutto il resto degli uffici, beninteso, hanno continuato a lavorare sempre, sia pur con modalità diverse.

"Lo smart working ha portato con sè anche novità positive" commenta l’assessore al personale Giovanna Carlettini. "Comunque ci stiamo organizzando al meglio per quella scadenza". I dipendenti del Comune sono quasi 600: una parte già in presenza, tra il 15 e il 30 ottobre i ranghi saranno quasi completi.

E così in Provincia: il dimagrimento della riforma ha ridotto l’ente locale da 400 a circa 200 dipendenti. Poi c’è tutto il mondo degli uffici statali: Inail (30 dipendenti contro i numeri ben diversi di qualche anno fa), Inps, prefettura, questura, uffici del tesoro e delle entrate, catasto. Un bacino stimato in circa 1100 dipendenti degli uffici periferici dello Stato e 1200 solo negli enti locali. Un arcipelago di oltre duemila persone: non tutte i smart working e soprattutto non tutte contemporaneamente. Ma che rimesse in circolo fanno la differenza.

Poi c’è il mondo privato: già tante realtà, a cominciare dalle banche e da mille piccoli uffici, si erano in gran parte riattivati. Ora il fenomeno diventa precipitoso. Per tutti si aprirà anche il problema del controllo dei Green pass: obbligatori dal 15. "Stiamo definendo la procedura" risponde Carlettini dal Comune. E non è niente rispetto a quello che si moltiplicherà nelle case private: perfino le badanti dovranno avere il Qrcode in regola e i loro anziani essere nelle condizioni di verificarlo.

Una scossa, diversa da quella dello smart working. Tra i vantaggi ha avuto quello di limitare il traffico. Basta chiedere ad Atam, i cui incassi sono fatalmente scesi. Ora già si pensa ad un piano di scaglionamento, per evitare di unire alla scuola un altro fattore di ingorghi. Ma è più facile che tutto torni come prima: e che il virus ci assista.