Sting, la popstar che ama fare il "contadino"

Agricoltura bio e passione del paesaggio nella sua tenuta di Figline, a una manciata di km. E’ per questo che sarà premiato

Migration

di Salvatore Mannino

Lo conosciamo tutti come una superstar del rock, da solista e ancor prima da leader dei Police di una straordinaria "Every breath you take", canzone mito che quasi quarant’anni dopo non ha ancora messo di brillare. Ma non è questo lo Sting che interessa al festival di Cavriglia e non è per questo che Gordon Matthew Thomas Sumner (il suo vero nome) salirà sabato sul palco per essere premiato insieme al co-premio Nobel Filippo Giorgi. Per lui, del resto, sarà una passeggiata, dalla sua tenuta "Il Palagio" di Figline al teatro di Cavriglia sono una manciata di chilometri, come a dire che gli organizzatori il loro personaggio simbolo sono andati a sceglierselo dietro l’angolo di casa.

Proprio la fattoria, anzi, ci mette sulla strada giusta. Perchè la popstar, nata alla periferia di Newcastle, nord dell’Inghiterra, terra di erica edi brughiere, è andata a scegliersela in un paesaggio completamente diverso, quelle dolci colline toscane che sono un modello anche per chi si propone, come Motumundi, un profondo cambiamento del clima e dell’ambiente. Sting, da anni, la considera la sua vera casa, il ritiro in cui rifugiarsi quando non è in giro per il mondo a cantare. Più della sua Gran Bretagna, più degli Stati Uniti, la patria del rock, in cui pure possiede altri terreni.

Ancora non bastebbe però, se Sting, singolare nome, che in inglese significa pugiglione, ed è tutto dire sul personaggio e sulle sue ambizioni, non avesse fatto del "Palagio" una fattoria del tutto particolare, dedicata completamente all’agricoltura bio (che è appunto una delle proposte del festival), con molti animali e ritmo slow, senza l’assillo delle coltivazioni industriali: olio e vino buono, ben commercializzati oltretutto, visto che siamo nell’area di influenza del Chianti. Ci tiene talmente alla sua tenuta che quando era lontano, durante il lockdown, lanciava appelli di nostalgia.

Un ecologista, Sting, per quanto a suo modo: "Coltivo la terra - disse una decina di anni fa, quando ne aveva ancora 57 e non era come ora sulla soglia dei 70 - per nutrirla non per depredarla". Dichiarazione che da sola gli varrebbe la cittadinanza onoraria di Motumundi. L’agricoltura, del resto, gli è servita, come ha confessato lui stesso, per uscire dai vizi e dalle nevrosi di una rockstar, compresa la predilezione per i paradisi artificiali, sotto l’influenza dei quali (ha raccontato una volta) fece nascere un vitello in condizioni di coscienza rallentata. Era ancora in Inghilterra e chissà se è stata la sua prima esperienza di contadino sui generis.

"Il Palagio", del resto, è fatto per far innamorare della terra, in particolare i sudditi di Sua Maestà che hanno sempre subito il fascino del Chiantishire e del Valdarno. Trecento ettari, cento dei quali quelli della fattoria originaria, cui nel tempo si sono aggiunti gli altri 200 dell’antica fattoria Serristori, messi all’asta da una Usl fiorentina, che Sting fu lesto ad aggiudicarsi per la modica cifra di cinque milioni e spiccioli.

Non crediate però che la popstar sia uno sprovveduto che ci rimette. Tutt’altro. Non solo per come sa vendere olio e vino, ma anche per come affitta i casali dentro la tenuta, a caro prezzo per chiunque voglia godere del privilegio di stargli vicino, magari di incontrarlo davvero. Persino la vendemmia è un affare: al Palagio è un piacere che può costarvi 200 euro al giorno.

Il che non toglie che Sting sia davvero innamorato della sua terra: "Al tramonto mi godo i colori e mi sembra di stare dentro un capolavoro". Lui dice che gli ha ispirato più di una canzone. Una simbiosi, è anche per questo che salirà sul palco di Cavriglia da ospite d’onore.