Sosta e traffico a rischio collasso Mascherine, per ora niente multe

L’altro nodo bagni e segnaletica: buoni i cartelli interni, carenti agli accessi. Le misure del turismo di massa

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di Alberto Pierini

A Trento, che proprio ieri ha aperto lo storico mercatino di piazza della Fiera, c’è il numero chiuso e a 3000 visitatori in contemporanea suona una sirena. Ad Arezzo c’è il numero aperto: e alla 500° macchina entrata al Baldaccio scatta l’applauso. Cinquecento, esatto: il parcheggio fantasma, il gigante dai piedi di argilla si alza e cammina nella Città di Natale dei record.

Ci vogliono davvero un record o un miracolo per rianimare il multipiano. E non solo. Il Mecenate arriva a 40 auto dal tutto esaurito: 430 su 476. Ma non bastano le due performance a salvare il traffico e la sosta. Perché il resto va in ginocchio. L’Eden dalla mattina viaggia con una "sciarpa" di macchine in coda, nella trepida attesa che si liberi un posto.

La ex Cadorna la mattina va in tilt per un biglietto messo male, poi è un girone dantesco: dove si affaccia chi resiste per 40 minuti in via Porta Buia, sorta di apnea nelle profondità del traffico. Gli aretini saranno fissati ad evitare i multipiano e a puntare il centro. Ma i turisti fanno lo stesso. E non è un caso.

Se vai a Bolzano, nella capitale dei mercatini, parcheggi sotto piazza Walther, n on ad un chilometro. Paghi il giusto, sali le scale, sopra è tutto pedonale ma hai il portabagagli a portata di mano. Nella verde Bolzano è così, qui paghiamo errori antichi: e in certe giornate vengono a galla.

Per trovare un posto a ridosso della festa la gente gira in tondo a ripetizione. I punti deboli si incrinano subito: via fra’ Guittone, via Spinello, i viali urbani, le stesse via Roma e via Crispi. E’ il turismo di massa, bellezza: siamo stati bravi a prenderlo per la coda, ora si tratta di gestirlo un po’ meglio.

Fin da lontano. Perché per un evento portato ai livelli nazionali come la Città di Natale dall’autostrada e dalle altre direttrici di accesso devi trovare una cartellonistica adeguata. Che ti annunci l’appuntamento e ti porti per mano: perfino ai parcheggi, perché forse così è più facile che i 500 posti del Baldaccio diventino 800, un tutto esaurito finora sempre proibito. Non solo. Nelle metropoli del Natale ti dicono dall’autostrada quale dei parcheggi ha ancora posti liberi. Qualcuno proverà lo stesso a tentare la sorte, ma magari gli altri si rassegnerebbero a girare al largo. Al largo da Cadorna, Eden ma anche da via Pietri, oggetto dei desideri quando una scala mobile ti porta per mano fino alla ruota panoramica del Prato.

L’altro punto debole sono i bagni: comodi e perfino troppo gratuiti nell’info point delle Logge (chi ha detto che un servizio non debba essere pagato?), pochi e scomodi al Prato, rigorosamente chimici. In piazza Grande uno dei ristoratori di punta, Luca Scoscini, ha perfino assunto uno steward per gestire la coda al bagno. In giro le due dita vengono alzate non in segno di vittoria ma di bisogno, anzi bisognino. Anche qui c’è da crescere.

In compenso le mascherine, imposte dal sindaco, sono abbastanza a posto. Di esemplari calati fino al collo ce ne sono e ce ne sono tanti. Ma la maggioranza sta attenta, di spiriti ribelli in giro ce ne sono pochi. In premio la polizia municipale, che del resto come Cyrano colpisce solo alla fine della licenza e non all’inizio, non fa neanche una multa. E la folla del Natale si candida a non alimentare il report della Asl.