"Sindaco se ne deve andare": Coingas, l'opposizione dopo la risposta scatena l'offensiva

Caneschi: "Lei conferma di aver fatto pressioni su un organo di vigilanza, questo basta e avanza". Pioggia di richieste di dimissioni su Merelli

I banchi del Pd in consiglio

I banchi del Pd in consiglio

Arezzo, 20 luglio 2019 - «Lei ha ammesso di aver fatto pressioni su un organo di vigilanza: e questo basta e avanza per chiedere le sue dimissioni». Alessandro Caneschi rompe la prudenza, più formale che sostanziale, del Pd: all’attacco con tutte le sue forze, con un fuoco di fila di interrogazioni da plotone di esecuzione.

Ma attento a non mettere per scritto la parola che per tutta la settimana era risuonata. Anzi, il capogruppo Luciano Ralli chiude addirittura dicendo: «Chiediamo la massima trasparenza affinché questa giunta possa continuare con credibilità ad amministrare la nostra città». Uno spiraglio, un assist? Non sembra, se non nella forma, ma poteva averne il suono.

Caneschi sgombra il campo da ogni equivoco. E lo stesso fa Matteo Bracciali, il primo ad intervenire. «Come poteva essere l’avvocato Rason ospite d’onore del sindaco alla Giostra di settembre 2018? E me lo spiega alla luce dell’inchiesta e delle carte finora uscite?». Salvare il bilancio per distribuire gli utili? «Non si può giustificare così il sì ad un bilancio contro i sindaci revisori: è abominevole» si spinge ancora Caneschi.

Mentre intorno a lui sale la richiesta di dimissioni di Merelli, stavolta appesa alle parole del sindaco. «Se non è sereno per chiarire la sua posizione in consiglio comunale, come può esserlo per gestire le sue deleghe?». Ma purtroppo l’assessore al bilancio non c’è per difendersi. Modeo chiede perché all’approvazione del bilancio ci fosse solo il segretario generare, Caporali di capire meglio quale fosse il ruolo di Coingas e quale quello di Estra e perché ancora Estra non sia stata quotata in Borsa.

Così come Lepri dei 5 Stelle rilancia per capire perché «se le consulenze si riferivano ad attività riconducibili ad Estra le somme siano state erogate da Coingas e quindi dalle tasche degli aretini». Francesco Romizi va diretto al bersaglio da subito, «non ritiene opportuno rassegnare le dimissioni dall’incarico o chiedere scusa agli aretini?». E poi chiude il cerchio dopo la risposta. «Un intervento di basso profilo, ci aspettavamo altro da lei. E non mi piace il senso del suo finale su Arezzo Fiere, suona come un così fan tutti? No, è imbarazzante e insoddisfacente».

Mentre sempre Modeo rincara la dose. «Sarà un caso, sarà sfortuna ma ogni volta che il centrodestra governa finisce così». E anche Bracciali lancia l’affondo contro chi lo aveva battuto alle elezioni. «Ha dato una risposta da commercialista ma qui c’è in ballo una responsabilità politica: all’assemblea non si manda un segretario generale, ci si va di persona. E il confronto con Arezzo Fiere non regge: non c’è un’indagine in corso, non c’è una cifra superiore ai 400 mila euro in un’azienda che non fa nulla».

Chiede le dimissioni di Merelli, per ora si ferma lì ma il resto è scontato. Anche perché c’è chi profila già le elezioni. «Ridiamo la parola alla gente» chiude Donato Caporali. Ma intanto solo per presentare la mozione di sfiducia ci vogliono 13 voti e la minoranza ne ha 12. La gente per ora può attendere