Si tuffa nel torrente e muore a 21 anni: ritrovato nella notte dai sommozzatori / FOTO

Si chiamava Danso Adama, era gambiano e viveva in un centro per migranti: aveva superato le medie. La tragedia nell'Archiano. L'allarme degli amici, ore di ricerche

Le ricerche disperate

Le ricerche disperate

Arezzo, 18 luglio 2018  - Si è tuffato ed è morto a 21 anni in un torrente. L'Archiano, un corso d'acqua del Casentino famoso perfino per essere finito nela Divina Commedia. E che in quel puinto si allarga in un invaso, la diga di Gambino.

E' lì che ha perso la vita Danso Adama: un giovanottone alto, gambiano di origine, uno dei migranti ospitati da un centro di accoglienza di Partina. Si era tuffato dopo le 17 insieme ad alcuni amici. 

"Si è tuffato e non è riemerso": era stato l'allarme dato dagli stessi ragazzi e poi da alcuni residenti al 118 e ai vigili del fuoco. Da quel momento è scattata la mobilitazione. Vigili del fuoco, 118, il Pegaso, i carabinieri di Bibbiena, il gruppo Saf specializzato negli interventi di soccorso fluviali.

Ma quel corpo non voleva saperne di riemergere. Probabilmente bloccato dalle rocce, nel fondale della diga, inafferrabile ai mezzi usuali dei soccorritori. Per sbloccare la situazione ci sono voluti i sommozzatori, chiamati addirittura da Livorno. Sono arrivati sul posto poco dopo le 21 e con i loro mezzi e la loro esperienza sono riusciti a riportare su il povero Danso.

Una tragedia accaduta a poca distanza dal paese, da Partina,  e seguita con apprensione dai responsabili del centro di accoglienza ma anche da tanti residenti della zona. Si era perfino diffusa l'illusione di un finale diverso. Un pescatore aveva infatti detto di aver visto un giovane di colore allontanarsi nel bosco. E nel clima frastornato delle ricerche questa speranza aveva preso corpo.

Ma non era andata così. E ne sono sempre stati convinti anche i soccorritori. E soprattutto gli amici di Danso, rimasti per ore su quello scoglio, poco sopra il punto del tuffo: la testa tra le mani, le lacrime agli occhi, le t-shirt sgargianti a dispetto del clima cupo che si è vissuto a lungo in quel bacino acquatico. Fino all'annuncio. "Abbiamo ritrovato il corpo".

Danso aveva superato a giugno gli esami di terza media: prendendo la famosa licenza, un traguardo importante per chi arriva da lontano e oltre ai classici problemi legati allo studio deve superare il muro della lingua. Si era ambientato, aveva trovato modo di cominciare a costruirsi un pezzetto di futuro diverso: lo ha tradito un tuffo, nel posto più tranquillo del mondo.

"Non è possibile morire qui" continua a ripetere un vecchio casentinese, dando voce alla convinzione di tutti. Forse per questo in tanti hanno sperato in un finale diverso. Forse per questo è come se Danso fosse morto due volte.