Shopping di Natale, piano di controlli a raffica per evitare la ressa in cui corre il contagio

Il comandante della polizia municipale Poponcini sospende le ferie agli agenti: pattuglie ovunque, dalle vie dello shopping alle piazze della movida per le feste sicure. Nella kermesse dei regali spese per 40 milioni, il 18 per cento in meno del consueto

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di Salvatore Mannino

Per ora è solo un oscuro oggetto del desiderio, le immagini della folla che a Milano e Torino, nelle ormai ex zone rosse, prende d’assalto le vie dello shopping natalizio, come a Roma che è sempre rimasta al semaforo giallo. Qui non si può fare, qui c’è ancora il rosso dei negozi chiusi, destinato però a diventare arancione fra sabato e domenica prossima (a meno di eventuali slittamenti cautelari di un giorno) e giallo (probabilmente) nel giro di un’altra settimana. La corsa al regalo, insomma, potrebbe scattare comunque anche, sia pure in ritardo, nelle nostre strade dello shopping, a cominciare dal Corso e vie limitrofe. Ed è inutile dire che quegli assembramenti gioiosi della domenica milanese, quegli acquirenti compulsivi che si dicono felici di mettersi in fila pur di comprare, possono trasformarsi in un rischio grosso, molto grosso, se dovessero ripetersi anche qui.

Come evitare allora la ressa delle feste? Come conciliare le esigenze dei commercianti, per i quali questa è la stagione che vale fra il 30 e il 50 per cento del fatturato annuo, e la sicurezza sanitaria per garantirci tutti dall’ombra di una terza ondata? Il virus, lo abbiamo già visto quest’estate e soprattutto a settembre, con la ripresa delle attività, ama le folle, attraverso le quali si diffonde in maniera incontrollata e spesso incontrollabile. Pensare alla tradizione della kermesse natalizia, agli assalti all’arma bianca della vigilia, al Corso (ma anche alle altre vie dello shopping nei principali centri della provincia) nel quale non passa uno spillo vorrebbe dire vanificare tutti i sacrifici che abbiamo fatto fra zona arancione prima e rossa poi. Un po’ come buttare un cerino nel classico bidone della benzina.

Evitarlo dipenderà un po’ dal governo e dal Dpcm Natale che verrà, con l’ampliamento degli orari delle vetrine fino alle 21 o alle 22 per diluire l’assedio dei clienti nel corso dell’intera giornata. I negozi, per bocca del direttore di Ascom Franco Marinoni, si sono già detti disponibili ("Tutto pur di lavorare, finalmente"), ma inutile illudersi: i momenti di ressa negli orari di punta ci saranno comunque, perchè hai voglia a raccomandare di andare a comprare alle 20 o alle 21, i più sceglieranno ancora il classico 17-19. Come controllare dunque un’ondata di consumatori che può salire a livelli anomali?

Aldo Poponcini, comandante della polizia municipale, è già pronto con il suo piano Natale, illustrato ieri agli ufficiali che poi lo trasmetteranno a tutti. Innanzitutto, per quanto possa essere impopolare, niente ferie agli agenti, in modo da avere gli organici al completo. E poi pattuglie ovunque, specie in centro, specie al Corso, a San Francesco, in piazza Grande, in via Vittorio Veneto. Obiettivo controllare gli afflussi e disperdere gli assembramenti al primo accenno. "Controlleremo anche - spiega Poponcini - che tutti abbiano la mascherina indosso. Nessuna deroga, nemmeno per i fumatori che se la abbassano per accendersi la sigaretta. Attenti, perchè rischiano la multa da 400 euro".

Il piano Natale sicuro (ammesso che ce ne possa essere uno) vale anche per la vigilia del 24, il 25, Santo Stefano e San Silvestro. Controlli massicci, sempre della Municipale, ma ci saranno pure polizia e carabinieri, sul rispetto del coprifuoco. Addio al Capodanno della pazza folla (era già scontato), i petardi solo dal terrazzo di casa.

Anche così sarà comunque un Natale nel quale gli aretini bruceranno decine di milioni. Una quarantina, secondo l’ufficio studi di Confcommercio, più prudente rispetto ai 150 milioni di consumi stimati dal Censis. Ma i due concetti, regali e consumi, non sono esattamente coincidenti. In doni spenderemo il 18 per cento in meno del solito, che corrisponde al penitenziagite di questa strana kermesse segnata dal Covid. Basti dire che faranno regali solo il 72 per cento degli interpellati, contro l’86 per cento della media. E’ il Natale in cifre della paura.