Da operai edili a ladri: sgominata la banda dei furti in villa. 5 arresti, 70 i colpi?

Due dei sospetti ricercati. Sono tutti albanesi: agivano tra Arezzo, Siena, Firenze e Perugia. La banda rivendeva i gioielli e spediva il denaro in Albania

Carabinieri (Germogli)

Carabinieri (Germogli)

Arezzo, 23 marzo 2018 - Potrebbero essere gli autori anche dei furti nelle ville aretine degli ultimi mesi. Sono sette le persone fermate dai carabinieri di Siena nell'ambito di un'operazione volta a contrastare i furti in abitazione. Gli episodi su cui hanno indagato gli uomini dell'Arma si sono svolti nell'arco degli ultimi cinque mesi tra toscana e Umbria. L'indagine, denominata "Off line",ha portato all' esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di reato emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena a carico di sette appartenenti a un gruppo criminale albanese dedito a furti in abitazione e alla ricettazione di beni preziosi.

Una settantina i 'colpi' che la banda avrebbe messo a segno in altrettante case tra Siena, Arezzo, Firenze e Perugia. Da quanto emerso nel corso dell'indagine, la banda rivendeva la merce, in particolare oggetti preziosi e gioielli, attraverso degli intermediari toscani e umbri e poi spediva il denaro ricavato in Albania.

Grazie a intercettazioni telefoniche, microfoni ambientali e pedinamenti, i carabinieri hanno identificato due ‘cellule’ interscambiabili formate rispettivamente da un capo e da due sottoposti. I ruoli erano ben definiti: c’erano l’autista, il «palo» e lo scassinatore, considerato il più alto in gerarchia. I membri della banda individuavano gli obiettivi sfruttando il loro lavoro di operai edili, assunti occasionalmente dalle vittime per lavori di ristrutturazione delle abitazioni.

Una volta messo a segno il colpo, i malviventi – che prendevano di mira oro e gioielli – provvedevano a rivendere il bottino attraverso canali di ricettazione privati e, in un caso, rivolgendosi a un Compro Oro. Il denaro ricavato dalla vendita in nero dei proventi dei furti veniva spedito in Albania per renderne difficoltoso il sequestro.

L'attività investigativa, coordinata dal procuratore della Repubblica di Siena Salvatore Vitello e dal sostituto procuratore Aldo Natalini, e condotta dai carabinieri del Norm della compagnia dei carabinieri di Siena, ha consentito di definire i ruoli e i compiti degli appartenenti al presunto sodalizio criminale, evidenziandone le responsabilità in 66 episodi di furto consumati nelle province di Siena, Arezzo e Firenze, nell'arco temporale tra novembre 2017 e i mese di marzo in corso.