di Gaia Papi "Una via di mezzo" tra l’avviamento al lavoro e un’esperienza di volontariato che in molti casi la si porta avanti per il resto della vita. Sono passati 22 anni da quel 6 marzo 2001 in cui, con la legge 64, nasceva il servizio civile nazionale. Qualche anno dopo, nel 2017, il servizio civile si evolve in universale. Ventidue anni di progetti, di esperienze maturate, di persone conosciute, di vite cambiate. Anni importanti, per molti giovani, che oggi rischiano di diventare solo un ricordo. Il bando per il servizio civile non sfonda. Ad oggi, a tre giorni dalla scadenza prevista il 10 febbraio, sono poche, anzi pochissime, le domande ai progetti di enti e associazioni che ormai hanno rinunciato alle "invasioni" di aspiranti volontari, tipiche di un decennio fa. I motivi? Si va dal calo delle "vocazioni", fino allo scarso interesse per l’importo corrisposto mensilmente (444,30 euro), specie da chi già percepisce il più cospicuo reddito di cittadinanza. Lo sanno bene dalla Croce Rossa in cerca di otto volontari da inserire in due progetti. "Ad oggi abbiamo ricevuto una sola risposta, fra l’altro di una nostra volontaria" spiega il presidente Luca Gradassi. "Il servizio civile rappresenta una esperienza di vita, ma anche un modo per aprire una finestra sul mondo del lavoro. Prima del Covid abbiamo assunto tre dei volontari che hanno svolto qui il servizio civile" spiega."Si tratta di una esperienza, che arricchisce nella vita e fortifica, al di là dell’importo che alla fine è un rimborso spese e non uno stipendio". Dal 2001, anno in cui il servizio civile coinvolge per la prima volta le donne, viene istituito un compenso di 433 euro pagati dallo Stato. Anche la Caritas rischia di non coprire i 15 posti messi a bando. "Al momento sono arrivate solo sei domande. L’andamento è molto scarso rispetto agli scorsi anni in cui dovevamo fare selezione per assegnare i posti" spiega Alessandro Buti, vicedirettore della Caritas diocesana di Arezzo-Cortona- Sansepolcro. "I giovani non stanno cogliendo l’occasione di crescita che l’esperienza di servizio civile offre. Non la vedono come una prospettiva futura. Ormai si vuole tutto e subito". Solita musica alle Acli. Poche domande per svolgere qui il servizio civile. "Quale è il motivo? Ne esistono più di uno. Il Ministero si potrebbe attivare con una campagna pubblicitaria più massiccia. E forse i numerosi sussidi alla persona stanno disincentivando i giovani" spiega Riccardo Sestini, segretario organizzativo provinciale con delega allo sviluppo associativo. Lui che è cresciuto nell’associazione proprio grazie al servizio civile. "Nel 2016 sono entrato nelle Acli facendo domanda per partecipare ad un progetto di servizio civile. Ho trascorso qui un anno mentre studiavo all’università. Poi nel 2018 sono stato assunto, e non sono il solo" spiega. "Le domande sono drasticamente diminuite negli ultimi tre anni. Nel 2021 si è cominciato a registrare il netto calo; anche lo scorso anno abbiamo ricevuto solo due domande" continua. Un interesse dei giovani in caduta libera, lo dimostra anche la bassa adesione all’open day organizzato nelle scorse settimane dall’Informagiovani.