Lo prendono al lavoro, pestato per ore: sequestro incubo, una storia di donne?

Un kebabbaro pakistano in balìa di tre connazionali: scoperta per caso da un controllo stradale. Tracce di sangue e arma giocattolo. Polizia: tre arresti

Polizia in azione

Polizia in azione

Arezzo, 24 luglio 2018 -  Sequestrato a Ravenna, picchiato e torturato ad Arezzo, salvato a Città di Castello grazie alla polstrada. E’ finita con tre arresti la terribile vicenda dei quattro stranieri, tutti pakistani (e con precedenti penali alle spalle), fermati dagli agenti durante un controllo avvenuto domenica lungo la E45, nel tratto tifernate. Motivo? L’ipotesi prevalente è che si sia trattato di questioni personali, forse legate ad una donna.

I poliziotti hanno scoperto la scena disarmante quasi per caso: un normale controllo stradale, l’occhio degli agenti che dalla patente o dal libretto di circolazione del guidatore corre al volto tumefatto di uno dei passeggeri. E questa basta e avanza per allertare i coleghi, mobilitare prima il commissariato di Città di Castello e poi addirittura la squadra mobile di Perugia.

Uno dei quattro pakistani aveva il volto stravolte dalle botte: motivo? Farfugliano qualcosa ma niente di convincente per spiegare quei lividi. Inoltre, da un primo controllo dell’auto, erano stati trovati un coltello, dei vestiti sporchi di sangue ed altri oggetti, tra cui un arnese in legno ed una chiave svitabulloni. I 4 stranieri vengono portati negli uffici del commissariato di polizia per le prime importanti verifiche, poi successivamente viene coinvolto anche il personale delle squadre mobili di Perugia, Ravenna e Arezzo. 

Questa la ricostruzione dei fatti: tutto ha inizio sabato proprio a Ravenna quando il cittadino pakistano – poi «torturato» - viene sequestrato. Con una scusa è stato prelevato dal posto di lavoro (un kebab) e costretto a salire a bordo di un’auto: da lì inizia la sua odissea fatta di botte e terrore. 

Il kebabbaro viene trasportato fino ad Arezzo, all’interno di un appartamento dove si scatenano altre violenze, quindi nuovamente viene fatto salire a bordo della vettura, cambiato d’abito per non dare nell’occhio e riportato indietro, a Ravenna. 

Nel tragitto, lungo la E45, l’auto con i quattro a bordo è stata fermata dai poliziotti che hanno di fatto scritto la parola fine al sequestro del cittadino pakistano e alle sue torture. Il ferito è stato condotto in ospedale per le cure del caso mentre gli altri tre connazionali sono finiti in carcere.

Dopo una serie di accertamenti ad Arezzo, grazie alla rete gettata dalla squadra mobile aetina, è stato individuato l’appartamento dove era stata condotta la persona sequestrata: dentro sono state rinvenute carte sporche di sangue ed una pistola giocattolo, verosimilmente utilizzata per intimorire e percuotere la vittima. La polizia sta ancora lavorando per risalire alle cause di questo gravissimo episodio. Perchè questo accanimento? Perché questa anticamera dell’inferno?