Scuola, punto e a capo: superiori verso la didattica a distanza, oggi le linee

In presenza prime e quinte, le altre progressivamente a casa: ma il quadro è appeso alle indicazioni delle prossime ore

Norme di bon ton per le lezioni on line

Norme di bon ton per le lezioni on line

Arezzo, 26 ottobre 2020 - Sì, c’è il Dpcm, questo impronunciabile acronimo diventato di uso comune, ma per la scuola al momento poco o nulla cambia. Almeno non oggi. Il 75% di lezioni a distanza stabilito dal decreto dovrà infatti essere dettagliato dalle singole Regioni, ognuna libera di applicarlo a seconda de casi e con un margine didiscrezionalità riservato alle scuole.

Il chiarimento ai presidi, legittimamente in subbuglio per l’eventualità di dover rovesciare in 24 ore un’intera impostazione organizzativa, è arrivato dalla direzione scolastica regionale. Tutti fermi, dunque, in attesa di ciò che avverrà nei prossimi giorni. Intanto per questa mattina è fissato l’incontro tra il direttore Pellecchia e il governatore Eugenio Giani a cui seguira, già nel pomeriggio o al massimo domani, una circolare interpretativa della direzione regionale.

L’ultimo passaggio sarà l’emanazione dell’ordinanza di Giani per fare finalmente chiarezza su una materia ancora oscura per molti versi. Il preside del liceo artistico Luciano Tagliaferri è sicuro ad esempio che non ci sarà l’obbligo del 75% delle lezioni a distanza. «La base - afferma - dovrebbe essere quella anticipata dalla Regione, ovvero prime e quinte sempre in aula, le altre classi a distanza.

Ma la scuola avrà l’autonomia di decidere caso per caso. Per principio sono contrario allo stabilire in partenza una percentuale, troppo diverse sono le situazioni da istituto a istituto. Ci sono scuole, come il liceo classico, dove la stragrande maggioranza dei ragazzi risiede ad Arezzo, altre dove invece la percentuale degli studenti pendolari è altissima.

E siccome il problema primario è quello dei trasporti, sarebbe sbagliato adottare per tutti la stessa identica misura». Tagliaferri sottolinea dunque, al di là del linguaggio ministeriale utilizzato nel provvedimento, che resterà per i presidi una sostanziale autonomia.

«Ad esempio - prosegue - non è nelle cose lo spostamento dell’orario di ingresso alle 9, impossibile per Giani firmare un’ordinanza del genere che presupporrebbe la rivoluzione degli orari dei mezzi pubblici». Propone invece un meccanismo diverso che parte dal concetto di tenere le lezioni regolari in classe per il massimo dei ragazzi possibile, «lasciando a chi viene da fuori la possibilità di usufruire delle lezioni a distanza.

Attenti, possibilità e non obbligo, non voglio essere male interpretato». Sia come sia, il cammino della scuola aretina appre sempre più complicato, con una logistica incerta e con le difficoltà derivate dalle centinaia di professori in quarantena.

Se non è il caso del liceo artistico («Una sola classe segue le lezioni a distanza» precisa Tagliaferri), lo è invece per tanti altri istituti, con l’episodio limite del valdarnese «Giovanni da San Giovanni» nel quale da oggi è scattata la didattica a distanza per tutti gli studenti dopo l’isolamento forzato di 45 professori. Lezioni a casa pure per il 50% ei ragazzi che frequentano l’Isis di San Giovanni, sempre a partire da stamani. E da domani si vedrà perché nulla è sicuro in questi disperanti giorni del Covid.