SCUOLA MEDIA "GIOVANNI XXIII" - TERRANUOVA BRACCIOLINI

Dietro la tragedia della guerra si intrecciano tante storie di accoglienza e ritrovata libertà

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Dall’inizio della guerra più di 100mila persone escono ogni giorno dall’ Ucraina per rifugiarsi nei sette paesi confinanti. Per questo l’Europa ha attivato, per la prima volta dopo venti anni, una vecchia direttiva per l’accoglienza, La Direttiva 200155CE del Consiglio dell’Unione Europea del 20 luglio 2001 sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell’equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri, che li ricevono e subiscono le conseguenze dell’accoglienza degli stessi.

Questa direttiva, inoltre, prevede di attivare asilo temporaneo immediato e permette ai profughi di spostarsi liberamente in tutti gli stati europei. Poi, si evita che le persone vengano sottoposte all’esame individuale delle domande di asilo, con il risultato di poter godere da subito dell’assistenza medica e sociale, del diritto al lavoro, del diritto all’istruzione per i minori, e ai contributi per il sostentamento delle famiglie stanziati dalle autorità comunitarie in queste settimane.

Così secondo l’UNCHR sono stati circa 4,2 milioni i profughi fuggiti nei primi quaranta giorni di guerra e sono soprattutto donne e minori, perché in virtù di una legge d’emergenza del governo ucraino, è vietato agli uomini tra 16 e 60 anni di uscire dal paese, tranne rare eccezioni.

Spesso i minori fuggono da soli, infatti vengono affidati ad amici o conoscenti purché siano messi in salvo. Le immagini tv e le fotografie in questi giorni lo documentano: bambini presi in braccio, passati di mano ed affidati ad altre mani; mentre gli uomini sono rimasti a combattere.

Anche l’Italia ha fatto la sua parte per l’accoglienza e moltissime famiglie italiane si sono rese disponibili per ospitare temporaneamente famiglie o bambini soli ucraini nelle proprie abitazioni. Sono stati fino ad ora circa cento mila gli arrivi nel nostro paese.

Per quanto riguarda i bambini soli, poi, questi, una volta giunti nel nostro territorio, vengono accolti dalle istituzioni, registrati, vaccinati e infine vengono divisi in centri di accoglienza o in case famiglia. Vengono, in ultima istanza, inseriti nelle scuole. E così circa 17mila minori ucraini in fuga dalla guerra, dalla fine di febbraio ad oggi, hanno già preso posto sui banchi delle scuole italiane, da quelle dell’infanzia alle superiori.

Anche il nostro Istituto si è attivato per l’accoglienza degli alunni ucraini, inserendoli nelle classi e predisponendo uno sportello psicologico e progetti di L2.