"Scuola malata, troppi i prof in quarantena"

La rabbia dei genitori. Messaggio di una docente ai ragazzi: io positiva. Il preside del Colonna alla Asl: lasciati soli e nemmeno avvertiti

di Gaia Papi

"Altro che assenza di problemi. Nelle nostre scuole sono troppe le lacune per affrontare adeguatamente l’emergenza Covid". Parla Elena Rossi, mamma di tre ragazzi, di cui uno studente al liceo Colonna e un’altra al liceo Artistico,. E’ lei che si fa portavoce della rabbia di molti genitori e di altrettanti studenti.

"Vogliamo che il problema delle scuole venga a galla, è necessario dargli voce altrimenti nessuno potrà trovare una soluzione".

"Cominciamo dalle lezioni. Trenta sono gli insegnanti dell’artistico in quarantena e dodici quelli del Colonna. Per sopperire a questo i ragazzi vengono mandati a casa prima, saltando quindi ore di lezione, o rimangono in classe a non far niente. Perché non sopperire con la didattica a distanza?" si chiede. "Una didattica, che per quanto riguarda i due istituti è funzionata molto bene" continua. Altro problema: la sicurezza. "I nostri ragazzi non possono stare sei ore filate con la finestra aperta. Mio figlio è costretto ad andare a scuola con il giubbotto da sci e la coperta nello zaino. E poi vogliamo parlare dell’igienizzazione? Alcuni studenti hanno voluto sottoporre la scuola ad una prova: scrivere sul proprio banco. Ebbene, dopo giorni le scritte c’erano ancora, segno che di igienizzazione non ne viene fatta".

Altra nota dolente. i trasporti. "Tanti sono gli studenti che vengono da fuori provincia e che arrivano in città con i mezzi pubblici. A bordo, che siano treni o bus, non c’è il minimo controllo e anche tra i ragazzi stessi manca spesso il buon senso" continua Elena.

"Siamo in tanti che non vorremo più mandare i ragazzi a scuola. Capisco tutto, l’emergenza, le difficoltà, ho massimo rispetto per l’istituzione e non voglio puntare il dito contro nessuno, ma così non va più bene. Non si scherza con la salute dei ragazzi e di chi hanno a casa. Ci sono priorità nella vita, e non sono certo gli otto o i nove, né la preoccupazione di un programma che va a rilento. E’ la salute dei nostri giovani" conclude Elena.

E proprio mentre scriviamo arriva un messaggio di un’insegnate del Colonna ai suoi alunni: "Ragazzi sono in quarantena per un caso in una mia classe. Farò il tampone e vi terrò informati".

Il preside Maurizio Gatteschi no era stato ancora informato del nuovo caso. La comunicazione alla scuola spetterebbe all’Asl. "E invece l’Asl ci ha abbandonati" spiega con evidente amarezza e stanchezza nella sua voce. "Non ci dà mai notizie, al massimo dopo tre o quattro giorni. Così siamo costretti a prendere noi delle decisioni, come quella di mandare in via precauzionale in quarantena insegnanti e studenti di intere classi. Decisione che non ci competerebbe, come più volte ha sottolineato il direttore D’Urso", continua.

"E’ un problema enorme, che al momento non ha trovato soluzione. E la scuola è quotidianamente sotto attacco. I genitori, giustamente, sono esasperati perché non capiscono il motivo per il quale una scuola ha chiesto al figlio di stare a casa nonostante l’organo competente, l’Asl appunto, non gli abbia comunicato niente".

"Il nostro compito, una volta informati dall’Asl dei casi sospetti che saranno sottoposti a tampone, sarebbe solo quello di comunicare al dipartimento di prevenzione i contatti della persona. E invece. L’Asl ci lascia l’enorme incombenza della quarantena, facendo affidamento sul nostro buon senso, nonostante noi non siamo in possesso di nessuna disposizione scritta. Noi, così come l’insegnante che subito ha avvertito i suoi allievi, lo facciamo per i nostri ragazzi e le loro famiglie".