Scuola, altro balzo dei casi (+52%): quali classi a rischio chiusura con il decreto Draghi

Il nuovo report regionale. In caso di zona rossa tutto fermo, comprese medie e elementari. I cinema preparano la ripartenza. Venti enoteche si gioveranno dello stop all’asporto delle 18

Covid a scuola: oltre 6000 casi in febbraio in Emilia Romagna

Covid a scuola: oltre 6000 casi in febbraio in Emilia Romagna

Arezzo, 4 marzo 2021 - L’ultimo ruggito della scuola. Che ora è chiusa in gabbia, sbarrata nel capoluogo e in altri centri falcidiati dal Covid: ai quali ieri si è aggiunta Castelfranco Piandiscò. Il sindaco Enzo Cacioli finora aveva resistito, sfoggiando grafici e numeri che in effetti non confermavano l’escalation. Quegli stessi grafici ora gli si sono ritorti contro e con assoluta coerenza ha deciso di correre ai ripari.

Le scuole chiudono da oggi e si vanno ad aggiungere a quelle sbarrate in diversi comuni della Valdichiana. Ma l’ultimo ruggito tuona dal dato immediatamente precedente. Il report settimanale della Regione ieri ha fornito il quadro dal 21 al 28 febbraio. E segna un’altra impennata. Il balzo è del 52%, balzando dai 100 contagi della settimana prima a 152.

E ancora una volta sono le superiori a volare: passano da 34 a 61 contagi, con un aumento del 79%. In aumento anche le medie, in questo caso del 39%. Decisamente più tranquilla la situazione tra i più piccoli. Alle elementari 24 casi, un 4% in più di sette giorni prima. Alle materne addirittura i contagi precipitano, da 21 a 15, un calo del 28%. Nei nidi si passa da 4 a 6 ma i numeri sono così piccoli che è inutile scomodare le percentuali.

Siamo la provincia toscana ad aver registrato il maggior numero di casi, escludendo Firenze. Che invece non va esclusa per le medie. Perché stavolta battiamo perfino il capoluogo nel numero dei casi, 46 a 45, un altro campanellino d’allarme. Scuole che diventano protagoniste anche del primo governo Draghi. Intanto perché fissa che venga chiusa al completo in caso di passaggio a zona rossa, dai nidi in su.

E poi perché dispone che analoga chiusura scatti anche lì dove vengano superati in una settimana i 250 casi su centomila abitanti. Misura che intanto dovrebbe portare presto alla chiusura anche di nidi e materne nel capoluogo come già anticipavamo ieri, anche se poi i loro numeri sono decisamente più tranquilli. Ma mette a rischio tanti altri comuni.

Ai dati attuali le chiavi sarebbero pronte a girare nelle toppe di Marciano, Lucignano, Monte San Savino, Castiglion Fiorentino, Anghiari, Capolona, Foiano, Pratovecchio Stia, Castelfranco Piandiscò, Monterchi, Sansepolcro e C.Fibocchi.

In mezzo ci sono comuni a scuole già chiuse, proprio come Arezzo. I valori variano molto: dai 1138 casi su centomila abitanti di Marciano ai 282 della piccola Castiglion Fibocchi, dai 388 di Castiglion Fiorentino ai 790 di Lucignano. Ai 291 di Sansepolcro, che le sue scuole le ha riaperte lunedì e ora rischia di richiuderle ancora. Anche se il calcolo sugli ultimi sette giorni è in continua evoluzione.

Il decreto poi limita parzialmente lo stop al’asporto delle 18: ma esclude solo le enoteche, circa una ventina in città. Resta drastico quello dei bar. Draghi apre una finestra ai cinema e ai teatri, per una riapertura dal 27 marzo ma solo in zona gialla, in questo momento lontana anni luce.

«Cominciamo ad attrezzarci – ci risponde dall’Eden Michele Squillace – ma le misure sono più o meno quelle in vigore tutta l’estate. Si tratterà di capire se dalle case di distribuzione arriveranno film, ma comunque noi appena possibile riapriremo». In zona rosa invece chiuderanno estetiste e parrucchiere, già sul piede di guerra qui come altrove, davanti allo spettro del giro di vite.

E si apre uno spiraglio per l’apertura nei weekend dei musei, sia pur solo su prenotazione. Dolcetti da gustare quando saremo fuori dall’attuale crescita del contagio. E immuni agli «scherzetti» del Covid.