Scontri A1, follia ultrà: tra romanisti e napoletani vecchi rancori e la tragedia Esposito

I disordini sull'Autostrada del Sole all'altezza di Monte San Savino: da dove nasce l'odio tra le due frange estreme delle tifoserie

Civitella in Val di Chiana (Arezzo), 8 gennaio 2023 - Follia ultrà in A1, a Badia al Pino, nello stesso autogrill dove venne ucciso il laziale Gabriele Sandri. Sono stati feroci e hanno rischiato di provocare incidenti stradali gli scontri fra romanisti e napoletani avvenuti nell'area di servizio affollata di famiglie che rientravano a casa dopo le vacanze natalizie.

Cosa è accaduto sull'A1

In autostrada si sono spesso verificati assurdi scontri tra tifoserie. Ma quello di Badia al Pino è stato particolarmente pericoloso per l'odio irrazionale tra i gruppi ultrà delle due città. Bastoni, bombe carta, purtroppo anche coltelli: è stato usato di tutto nella tarda mattinata di domenica 8 gennaio negli scontri tra le due fazioni.

Il derby del sud

Un odio che affonda le sue radici negli ultimi vent'anni di stadio. E pensare che un tempo, negli anni Ottanta, Roma e Napoli erano gemellate. Due tifoserie che ogni volta che si incontravano per i vari Napoli Roma e Roma Napoli si schieravano al centro del campo scambiando le bandiere. Il derby del sud era uno spettacolo anche di sportività. Era circa quarant'anni fa. Poi a fine anni Ottanta, complici alcune incomprensioni, il gemellaggio si ruppe e l'amicizia divenne scontro. 

Napoli Roma 2001

E negli ultimi vent'anni appunto, non sono mancati gli episodi di violenza anche molto grave tra le due tifoserie. Una scia di scontri che vede due momenti particolarmente duri. Il primo il 10 giugno 2001, l'anno in cui la Roma vinse lo scudetto e in cui furono migliaia, in quell'anno così entusiasmante sportivamente per la Roma, a invadere Napoli. Fu una giornata di scontri intorno al San Paolo e in giro per la città, con cariche della polizia, agguati, auto incendiate e decine di feriti. 

Il 3 maggio 2014

L'altro momento gravissimo, che ha provocato uno dei morti per scontri fra tifosi in Italia, è il 3 maggio 2014. Finale di Coppa Italia Napoli Fiorentina. Migliaia e migliaia sono i napoletani che raggiungono la Capitale. Prima della partita, in viale Tor di Quinto, c'è una provocazione tra tifosi romanisti e napoletani. Partono gli scontri ma purtroppo anche dei colpi di pistola, che feriscono a morte il napoletano Ciro Esposito.

A sparare, l'ultrà romanista Daniele De Santis. Esposito morirà dopo 54 giorni di agonia all'ospedale Gemelli, mentre De Santis, dopo un lungo iter giudiziario verrà definitivamente condannato a 16 anni in Cassazione. Fu una giornata di lutto e violenza quella del 3 maggio, che si trascinò fino a sera, fino alla partita che si giocò in un clima surreale e in cui emerse nella tifoseria partenopea la discussa figura di Genny a' Carogna, al secolo Gennaro De Tommaso, uno degli allora capi dei supporter campani. 

Gli incroci pericolosi

Da quella notte tutto cambiò definitivamente nei rapporti tra le due tifoserie. Per molto tempo le partite tra le due squadre si sono svolte senza i tifosi in trasferta. Nella folle logica ultrà però ogni viaggio è buono per incontrare i rivali. Il Ministero dell'Interno ogni domenica studia attentamente i possibili incroci in autogrill, stazioni e aeroporti delle diverse tifoserie. Tanto è vero che gli autogrill di Badia al Pino, dove si è verificato lo scontro, e Montepulciano erano chiusi alla tifoseria romanista per scongiurare possibili scontri. Ma i giallorossi sono scesi dai loro minivan invadendo la carreggiata per raggiungere i rivali.