Scontri Roma Napoli, l’arrestato è già libero. Controlli incrociati sugli ultras

Per il tifoso della Roma ferito da una coltellata e soccorso al San Donato solo l’obbligo di firma e dimora. Continua il lavoro della polizia per identificare i responsabili. La collaborazione con le altre questure

Arezzo, 11 gennaio 2023 - Arresto convalidato e scarcerazione per Martino Di Tosto, il tifoso giallorosso finito in manette in flagranza con l’accusa di rissa aggravata, dopo essersi presentato domenica sera con una ferita alla mano al San Donato. Ieri si è tenuta la direttissima nella quale il giudice Elena Pisto, dopo una lunga camera di consiglio, ha deciso la misura cautelare degli obblighi di dimora a Roma e degli obblighi di firma alla polizia giudiziaria. In aula era presente Di Tosto che si è avvalso della facoltà di non rispondere. La procura, con pm Laura Taddei ed Elisabetta Sbragi in udienza, aveva chiesto i domiciliari. Il processo è stato aggiornato al 25 gennaio per la nuova udienza. È probabile che gli avvocati Loni faranno richiesta di ricorso ad un rito alternativo o alla messa alla prova. Di Tosto, che fa parte del Gruppo Offensiva degli ultras della Roma, non sarebbe nuovo a scontri tra tifosi. In passato sarebbe infatti stato raggiunto da un Daspo. Secondo quanto si apprende, infatti, era stato coinvolto nel 2013 in una sassaiola contro il pullman del Verona. Per quei fatti non è stato mai condannato, come ha confermato il suo legale Lorenzo Contucci.

Intanto proseguono le indagini per dare un nome ai responsabili degli scontri tra tifoserie napoletane e romaniste, a seguito dei quali domenica è stato necessario chiudere l’A1 per quasi un’ora. Quella domenica, dopo i cinquanta minuti di botte e lanci di fumogeni, la questura aveva scelto di far ripartire tutti senza identificarli, per evitare ulteriori problemi in autostrada. Ma sul campo, in quell’autogrill salito nuovamente alla cronaca, sono subito partiti degli accertamenti. Numeri di targa, intestatari e autisti dei mini-van, immagini delle telecamere dell’autogrill e del punto di ristoro collegato alle pompe di benzina, davanti al quale gli ultras del Napoli avevano parcheggiato i loro mini-van. Ma anche dei telefonini di chi si è ritrovato, malgrado la sua volontà, bloccato in quei momenti di follia. E poi quelle della polizia scientifica che ha ripreso tutto con le proprie telecamere, molte le targhe dei veicoli di cui saranno rintracciati sia i proprietari, sia i nominativi di chi ha noleggiato le vetture o i loro prestanome. Quel giorno, dopo gli scontri, mentre partivano le indagini, gli ultras, saliti a bordo dei mini-van, si dirigevano verso i rispettivi stadi. Chi, tra quelli allo stadio di Genova e Milano c’è arrivato, è stato schedato. Sono circa 180, si dovrà adesso capire chi fra di loro è realmente e fattivamente coinvolto negli scontri. Spetterà alle questure di Roma e Napoli. I poliziotti della Capitale e del capoluogo campano hanno infatti il compito di cercare di attribuire un nome e un cognome ai tifosi filmati nelle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, dai telefoni degli automobilisti e dai video diffusi sui social. A quel punto si capirà se e quante denunce penali e daspo verranno inflitti.

Tra le possibili fattispecie di reati ci sono: rissa aggravata, interruzione di pubblico servizio e attentato alla sicurezza dei trasporti e della circolazione stradale. Le indagini sono nelle mani del pm di turno Laura Taddei, ma soprattutto della questura diretta da Maria Luisa Di Lorenzo, in particolare della Digos, incaricata di ricostruire quanto accaduto. All’appello mancano ancora un centinaio di persone, perché, tra chi quel giorno ha messo in atto una vera e propria guerriglia urbana, qualcuno al momento, è sfuggito ai controlli. Chi aveva il volto travisato, chi allo stadio non c’è arrivato proprio per sfuggire ai controlli che, si sapeva, sarebbero avvenuti. Rintracciarli sarà il lavoro investigativo più complesso.