Scontri Roma Napoli, follia ultrà in A1: "Attentato alla sicurezza. Assalti organizzati"

Battaglia a colpi di bastoni e coltelli a Badia al Pino in autostrada fra le frange estreme delle tue tifoserie. Entrambe stavano andando in trasferta, i giallorossi a Milano e gli azzurri a Genova. Il bilancio è di un ferito

Civitella in Val di Chiana (Arezzo), 8 gennaio 2023 - Minuti di terrore in mezzo all'autostrada, nel tratto aretino dell'Autostrada del Sole. Frange estreme del tifo di Roma e Napoli che si scontrano: corpo a corpo, bastonate, anche coltellate. Un odio cieco che non tiene conto di niente, soprattutto del pericolo dello scendere sulla carreggiata di un'autostrada per darsele di santa ragione. Bloccando l'Italia, con code che hanno raggiunto i 15 km nel giorno del rientro a casa di tante famiglie alla fine delle Festività. Torna prepotentemente di attualità in Italia la violenza ultrà.

Nello stesso autogrill morì Gabriele Sandri

Con una battaglia insensata, folle, che poteva avere conseguenze ben più gravi. Due grossi gruppi di romanisti e napoletani, con vecchi rancori di tifo che durano ormai da anni. I campani, in trasferta a Genova per Sampdoria-Napoli, avrebbero atteso i tifosi giallorossi, attesi a Milano per Milan-Roma. I giallorossi si sono fermati non appena hanno visto i rivali, ingaggiando gli scontri. Il risultato è di un ferito in codice giallo, curato all'ospedale di Arezzo per ferite da arma da taglio. E la carreggiata e l'autogrill di Badia al Pino disseminati dei resti della battaglia: cocci di vetro, bastoni, cinture, resti di bombe carta. Hanno usato di tutto i tifosi per colpirsi a vicenda.

Dove nasce il folle odio ultrà Roma-Napoli

Adesso la questura di Arezzo è al lavoro per ricostruire gli scontri e individuare i responsabili. Mentre la prefettura di Arezzo attende un'informativa dalle stesse forze dell'ordine. Perché tra le ipotesi di reato c'è anche l'attentato alla sicurezza dei trasporti. Accuse gravissime, mentre i tifosi sono stati fatti ripartire scortati per le rispettive destinazioni. Saranno adesso le telecamere di sicurezza e i tanti video girati sul posto durante la battaglia a chiarire chi ha partecipato, a dare un nome a chi ha dato vita agli scontri. Mentre in serata a Genova ottanta tifosi che erano all'autogrill di Badia al Pino sono stati identificati al termine della partita tra Sampdoria e Napoli. 

Uno dei video degli scontri

Sono le 13.30 di domenia 8 gennaio. Alle 18 il Napoli gioca a Genova contro la Sampdoria. Alle 20.45 la Roma se la vede con il Milan a Milano. Si tratta di trasferte che muovono migliaia di tifosi. In viaggio ci sono anche le frange estreme, i gruppi che partono cercando comunque lo scontro. Almeno 350 i napoletani che, durante il viaggio, si fermano all'autogrill di Badia al Pino. Una sosta classica per le tifoserie che da sud viaggiano verso nord, un'area di servizio tristemente famosa perché qui morì il tifoso della Lazio Gabriele Sandri, raggiunto da un proiettile dell'agente della Stradale Luigi Spaccarotella nell'atto di fermare una rissa tra laziali e juventini. 

Le foto

I partenopei in viaggio si muovono molto spesso con pulmini da nove posti che noleggiano. Anche per la trasferta di Genova fanno così. Sono all'autogrill, già chiuso dalle forze dell'ordine e riservato solo ai partenopei proprio per evitare che altre tifoserie entrino e si creino tafferugli. Alle 13.30 passano i pulmini dei romanisti, anche loro si muovono con i furgoni da nove. I partenopei li individuano e lanciano bottiglie e bastoni sull'autostrada. I sostenitori giallorossi fermano i van e si riversano in carreggiata. Prima comincia un fitto lancio di fumogeni e altri oggetti tra la carreggiata stessa e il guard rail che delimita l'area di servizio. 

Poi tutto si sposta all'uscita dell'autogrill in direzione Firenze. Cominciano i corpo a corpo, le cariche, le bastonate e anche le coltellate. In molti hanno lame in tasca e provano a usarle. I pochi agenti a presidio dell'autogrill non possono che guardare cosa succede, mentre l'autostrada viene chiusa dalle stesse forze dell'ordine. Il pericolo di incidenti stradali è altissimo, con quei furibondi corpo a corpo. 

Servono diverse decine di minuti perché le acque si plachino. All'autogrill arriva in forza la polizia. I tifosi napoletani e quelli romanisti vengono fatti risalire sui rispettivi pulmini e scortati verso le rispettive città di destinazione, Genova e Milano. Ma intanto cominciano subito le indagini per colpire i responsabili degli scontri stessi. 

Scontri nati dai vecchi rancori tra romanisti e napoletani, che nel 2014 portarono all'uccisione a colpi di pistola di un tifoso partenopeo, Ciro Esposito, durante scontri a Roma tra le stesse due frange prima di Napoli-Fiorentina finale di Coppa Italia. Una lunga scia di violenza quella che negli ultimi vent'anni hanno lasciato dietro di sé i due gruppi rivali. 

Il bilancio parla di un ferito refertato al pronto soccorso dell'ospedale di Arezzo. Si tratta di un sostenitore romanista, raggiunto da ferite di arma da arma da taglio alle gambe. Non è grave, è in codice giallo. 

Il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, attende già nelle prossime ore un rapporto dettagliato da parte delle forze dell'ordine in modo da aprire quanto prima un fascicolo di indagine sugli scontri in A1. Diversi i reati che gli investigatori stanno già ipotizzando nei confronti dei responsabili: dall'interruzione di pubblico servizio a quello che è uno dei reati più pesanti, l'attentato alla sicurezza dei trasporti. Non si esclusono adesso anche arresti in flagranza differita, come prevede uno specifico dispositivo relativo agli scontri tra tifoserie. Con il diffondersi della notizia in giornata sale l'indignazione della politica. 

La corsia nord dell'A1 è rimasta chiusa nel tratto tra le uscite di Monte San Savino e Arezzo per 50 minuti. Si sono formati fino a 15 km di coda. Tanti gli automobilisti bloccati per ore, molti con bambini piccoli. 

L'ipotesi degli investigatori è che questi fossero scontri premeditati, che i tragitti fossero stati studiati e che romanisti e napoletani sapessero bene di essere rispettivamente in giro, nella stessa direzione, nelle stesse ore. 

"Questi non sono tifosi. Autostrada chiusa e viaggiatori italiani bloccati? Paghino tutti i danni di tasca loro, e mai più allo stadio". Così su Facebook il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, in merito agli scontri. L'Italia fa dunque di nuovo i conti con la violenza ultrà. Una violenza intollerabile che troppe volte ha lasciato lutti e terrore.