Fabrizio Paladino/Claudio Roselli
Cronaca

Sconto di due anni all'assassino di Katia, l'amica sconvolta: "E' una vergogna"

Per il delitto del fiume la Corte d'Appello riconosce le attenuanti generiche e porta a 14 anni la condanna. L'avvocato di Piter: "Un primo risultato importante". Parti civili: "Non considerata la brutalità dell'omicidio"

L'arresto di Polverini

Arezzo, 15 novembre 2018 - Ridotta di due anni, da 16 a 14 (dei quali un paio già scontati), la condanna a Piter Polverini, il giovane ex impiegato della Snai di Arezzo – oggi ha 26 anni – attualmente in carcere a Orvieto per l’omicidio di Katia Dell’Omarino. Il cadavere della quarantenne di Sansepolcro era stato ritrovato nella mattinata del 12 luglio 2016 sul greto del torrente Afra, nelle vicinanze del ponte San Francesco e a un chilometro di distanza dal centro urbano di Sansepolcro.

Il delitto era avvenuto nel corso della nottata. Il 16 settembre, dopo due mesi di accurate indagini - una volta avute in mano le prove che inchiodavano il ragazzo davanti alle sue responsabilità – i carabinieri dell’allora Tenenza di Sansepolcro avevano atteso di buon’ora (le 6.30) Polverini all’uscita dalla sua abitazione di San Giustino Umbro per arrestarlo.

Ieri matina, in Corte d’Assise d’Appello a Firenze, il presidente della prima sezione Alessandro Nencini ha pronunciato la sentenza che alleggerisce la condanna in primo grado a seguito del riconoscimento delle attenuanti generiche, quelle facenti capo all’articolo 62 bis del codice penale: lo status di incensurato, il ravvedimento dell’individuo e il comportamento da detenuto.

«Dipende dalla valutazione del giudice – ha detto l’avvocato Piero Melani Graverini, legale dell’imputato assieme al collega Mario Cherubini – e attenderemo adesso i 90 giorni per leggere le motivazioni, prima di dichiararci più o meno soddisfatti di questo verdetto, anche se comunque si tratta pur sempre di uno sconto. In base a quanto emergerà, faremo le nostre valutazioni sull’eventuale ricorso in Cassazione».

Di tutt’altro tenore il commento dell’avvocato Anna Boncompagni, che difende la famiglia Dell’Omarino: «In primo grado, era stato comminato un anno in più rispetto alle richieste del Pm – sottolinea – per cui in tutta onestà non riesco a capire come ora si possa parlare di attenuanti generiche, considerando sia le modalità dell’omicidio che il comportamento tenuto da chi lo ha commesso. Quando fra 90 giorni ne sapremo di più, vorrò capire quale percorso logico sia stato seguito, perché credo che non siano state tenute nella dovuta considerazione le motivazioni ampie, dettagliate e corrette del giudice, che avevano portato alla condanna a 16 anni».

In quella tragica notte, come accertato, i due avevano consumato un rapporto sessuale dopo il quale era nato un diverbio sull’entità del pagamento della prestazione. Ma la situazione ra denegerata e Polverini aveva afferrato un martello per colpire a più riprese la vittima, che aveva il volto sfigurato.

«Sono letteralmente sconcertata da questa sentenza, che ritengo una vergogna – ha commentato Cristina Marri, una fra le migliori amiche di Katia – perché già mi sembravano pochi 16 anni in rapporto al tipo di reato commesso, figuriamoci ora che gliene hanno tolti due. Katia è stata uccisa in modo brutale, ma il suo assassino potrebbe tornare libero fra dieci anni, mentre la mia amica non c’è più».