Santi e la casa famiglia che chiude "È un incubo: che farò tutto solo?"

Marzocchi è ospite della struttura Armonia: "Sono vedovo da 13 anni e senza figli: qui ho trovato tanti amici". Nel frattempo sul tavolo dell’ufficio ambiente del Comune è arrivata la richiesta di proroga: probabile il sì

Migration

di Angela Baldi

"Ho 82 anni, sono vedovo, non ho figli, cosa ci faccio a casa da solo? Qui ho una seconda famiglia". Parola di Santi Marzocchi, 82 anni, ospite della casa famiglia per anziani Armonia che lunedì prossimo rischia di chiudere. Il provvedimento si basa sul verbale della polizia municipale effettuato nei giorni scorsi dopo un sopralluogo che ha accertato la condizione non adeguata degli ospiti di Armonia, gestita da Casa di Lucia. A creare il problema il riconoscimento dell’accompagnamento da parte dell’Inps agli anziani. Un criterio che, per la normativa regionale, non sarebbe adeguato per l’inserimento in casa famiglia comportando la non autosufficienza. "Non sono autosufficiente? In cucina è vero, da solo non so nemmeno come si fa un uovo in padella – dice Santi – invece di andare in rosticceria tutti i giorni e vivere in solitudine, due anni fa ho deciso di trasferirmi qui dove sto molto bene".

Santi è vedovo da 13 anni e non ha figli, ha un’abitazione ma preferisce la compagnia di altre persone e la condivisione delle spese optando per la casa famiglia. Quando gli chiediamo se sa che da lunedì la struttura potrebbe chiudere, ha le idee chiare: "In Italia quando c’è qualcosa che funziona cercano di rovinare tutto, invece che incentivare iniziative del genere si mettono i bastoni tra le ruote. Dove dovremmo andare? Certo ho una casa, ma sarei solo. Guardiamo la tv insieme, si discute per il canale da seguire, ma io ho il monopolio del telecomando quando gioca l’Inter. Con gli altri ospiti litighiamo per tutto soprattutto a carte, ma è un modo per farsi compagnia. Ho fatto l’autotrasportatore per 40 anni, ho girato tutta l’Italia, con i tir trasportavo gpl prima da dipendente poi in proprio. Mia moglie è morta nel 2009, ho i miei fratelli ma ognuno ha la propria famiglia a cui pensare. Questa è la soluzione migliore per me. Speriamo che la struttura non chiuda e si trovi una via d’uscita".

Nel frattempo sul tavolo dell’ufficio ambiente del Comune è arrivata la richiesta di proroga per 40 giorni avanzata tramite avvocato dall’amministratrice della struttura, un modo: "per cercare di allocare gli ospiti che in questo momento hanno comprensibili difficoltà". È probabile che il Comune la conceda ma per un tempo minore rispetto a quello richiesto. La società che gestisce la casa famiglia per anziani farà ricorso al Tar, chiedendo anche la sospensiva del provvedimento e si è affidata a un legale: "Il legislatore chiarisca di chi sono le competenze per decidere sull’autosufficienza e i criteri, o si rischiano interpretazioni soggettive". Casa di Lucia ha la licenza per ospitare sotto forma di casa famiglia massimo 8 persone con un certo grado di autosufficienza. Definizione che lascia spazio a interpretazioni e si inserisce nelle pieghe della legge regionale. Il vice sindaco Tanti, che martedì ha incontrato i familiari degli ospiti, ha detto: "La legge non ammette alternative, sono mortificata sapendo che ai familiari non stiamo garantendo serenità". Preoccupati i parenti che non sanno dove collocare i propri cari, un problema che con questa interpretazione potrebbe riguardare tutte le strutture simili.