Sant'Andrea: la notte dopo il trionfo, centinaia in festa fino all'alba / FOTO

Una notte di festa dopo il trionfo biancoverde. I giostratori portati in trionfo, auto dappertutto intorno a Trento e Trieste

La festa in Duomo

La festa in Duomo

Arezzo, 24 giugno 2018 - Le luci stroboscopiche ai Giardini Porcinai si spengono presto. La festa per una volta non è qui. Volta le spalle alla sede di Santo Spirito, non accende le luci dei Bastioni: così come lascia al buio lo slargo di Colcitrone. Fa eccezione Porta del Foro, dove in tanti stazionano fino a tardi, come a rimpiangere la festa che in tanti cominciavano a sentire nell'aria.

Ma intanto è iniziata la grande notte biancoverde. Prima l'urlo liberatorio in piazza: sotto la terrazza Carboni chiama a gran voce i suoi. E viene scandito il numedro della vittoria: fino al 37 liberatorio, perché sancisce l'aggancio con Porta Crucifera, la vetta della classifica.

Gli abbracci si inseguono nella piazza ormai tutta biancoverde, anche dopo che la lancia dalel mani del sindaco è passata a quelle del rettore, passato in pochi mesi al secondo trionfo. Il primo abbraccio Tommaso Marmorini lo riserva all'amico Francesco Rossi: Tallurino era stato il suo rivale fino all'ultimo sul posto da titolare ma il legame tra i due non cambia. E sempre Marmorini era stato giovedì tra i primi a consolarlo dopo il risultato non esaltante alla Provaccia.

In Cattedrale don Alvaro apre le porte al popolo in festa. Un copione ormai rodato: le bandiere, i vessilli, e i cartelli del punteggio che passano di mano in mano. Le più robuste sono quelle di Mauro Dionigi, un vero amuleto, è bastato ritornasse capitano per pescare vittorie come ciliegie.

Non crescono ciliegie sugli alberi di piazza San Giusto. Ma tifosi sì. E' un vero assalto, i giostratori portati in trionfo fin sotto la sede, gli inni, la lancia mostrata al cielo. Intorno alla piazza l'assedio delle auto. Tornano parcheggiate fino in mezzo allo spartitraffico della Parata, come se fosse settembre, come se fossimo ai giorni più intensi del quartierista.

La festa prosegue fino a tardi, in pochi hanno voglia di spezzare un incantesimo che sembra partito da settembre per non essersi mai interrotto durante l'inverno.  I telefoni alla mano, esplodono i selfie della vittoria: sullo sfondo della lancia conquistata, del volto di Ivan Bruschi che spicca sull'impugnatura, dei giostratori che sullo sfondo vengono riportati in trionfo.

Fino alla colazione: nel pieno della notte i bar già riaccendono le insegne e riscaldano le macchine del caffè. E' già domenica ma in pochi se ne accorgono: e preferiscono continuare ad oltranza il sabato della vittoria e dell'aggancio.