Il gruppo dei Colla Zio, al Festival con la scuderia di Woodworm: in alto a destra il presentatore Amadeus

di Alberto Pierini AREZZO Fanno rotta sulla riviera dei fiori in massa. Per la sesta volta da protagonisti, quasi un record per un’etichetta indipendente nel cuore della canzonetta. Partono i giorni del Festival. E partono anche quelli di Woodworm. "Sto arrivando a Sanremo proprio ora: saranno giornate calde". Marco Gallorini, fondatore e una delle anime della realtà discografica, guida tra le gallerie che precedono il mare. E racconta la favola partita da lontano. "Ce l’abbiamo fatta anche stavolta: e siamo passati dal percorso più difficile". Dalle selezioni dei giovani: portando a galla un gruppo che prima di incrociare Arezzo non aveva inciso neanche la canzone di Natale. Si chiamano "Colla Zio", sono tutti milanesi ma la fortuna l’hanno trovata qui da noi. Si sono aggiudicati le finali con i big, tra Morandi e Amadeus, da una selezione durissima. E ora nelle valutazioni dei critici, gli unici ad aver ascoltato il loro pezzo, sono indicati tra le principali sorprese. Una sorta di "Stato sociale", condito di ironia e ritmo, e forse rispetto ad uno de loro modelli con un pizzico di semplicità in più.  La "sesta" la cantano loro. Ma non sono loro. "Amadeus ha voluto a tutti i costi la Rappresentante di Lista tra i super ospiti". Il duo si esibirà in piazza Colombo come Piero Pelù, Renga e Nek. Ma la loro performance andrà in diretta sul palcoscenico dell’Ariston, lo stesso sul quale un anno fa avevano definitivamente convinto il pubblico e la critica. Così Woodworm per la prima volta scala perfino il microfono dei super ospiti. "Ma stiamo già lavorando al Sanremo del 2024" confida Gallorini. Lavorando come? "Si tratta di capire chi abbia le possibilità di essere selezionato tra gli artisti che seguiamo e far coincidere l’uscita dei loro pezzi con l’evento festivaliero". Un evento che non è solo musica. In quaranta si muovono da qui per disegnare la macchina da canzonette dei prossimi giorni. Tecnici, fonici, musicisti, personale vario, il reparto immancabile del trucco e parrucco. "In gran parte aretini, è una scelta che abbiamo fatto da anni". Invece di invadere gli alberghi puntano su più sobri appartamenti sparsi per Sanremo. Ma poi si muovono in squadra.  Mai come stavolta. Perché la prima, vera edizione oltre la pandemia. "Abbiamo deciso di riproporre anche la grande festa finale al Tahiti, un classico sul quale convergono colleghi e appassionati da tutta Sanremo". L’appuntamento è per sabato notte, quando ormai i giochi saranno fatti, tra vincitori che brindano e sconfitti che bevono per dimenticare. In fondo ad un "tritacarne" inesorabile. "La sera prima fai un planning di quello che ti aspetta il giorno dopo, in un confronto tra stilisti, social media, tecnici e naturalmente gli artisti". La mattina si parte. Le prove alla fine durano un quarto d’ora, ormai quello che è fatto è fatto. "Ma il resto è scandito da interviste, passaggi radio e televisivi, passerelle". E niente va lasciato al caso. "Con noi lavorano professionisti che sono cresciuti nel tempo e che abbiamo via via scelto: ogni anno va meglio anche da questo punto di vista". Il navigatore della macchina di tanto in tanto scandisce la marcia di avvicinamento al Festival. Già ieri il gruppo dei Colla Zio in giro per il centro, in un trionfo di fiori e di fans, anche se loro sono tra quelli che ancora non vengono riconosciuti a vista. Il loro pezzo? Alle selezioni hanno sparecchiato con un brano che si chiamava "Asfalto". Stavolta puntano su un altro, il titolo è "Non mi va". Ma nessuno ci crede: gli va e anche parecchio. E sperano solo di non svegliarsi di colpo per scoprire di aver sognato. E’ vero, sono solo canzonette: ma per cinque giorni saranno il centro del mondo.

Cronaca

di Alberto Pierini
AREZZO
Fanno rotta sulla riviera dei fiori in massa. Per la sesta volta da protagonisti, quasi un record per un’etichetta indipendente nel cuore della canzonetta. Partono i giorni del Festival. E partono anche quelli di Woodworm.
"Sto arrivando a Sanremo proprio ora: saranno giornate calde". Marco Gallorini, fondatore e una delle anime della realtà discografica, guida tra le gallerie che precedono il mare. E racconta la favola partita da lontano. "Ce l’abbiamo fatta anche stavolta: e siamo passati dal percorso più difficile".
Dalle selezioni dei giovani: portando a galla un gruppo che prima di incrociare Arezzo non aveva inciso neanche la canzone di Natale. Si chiamano "Colla Zio", sono tutti milanesi ma la fortuna l’hanno trovata qui da noi. Si sono aggiudicati le finali con i big, tra Morandi e Amadeus, da una selezione durissima. E ora nelle valutazioni dei critici, gli unici ad aver ascoltato il loro pezzo, sono indicati tra le principali sorprese. Una sorta di "Stato sociale", condito di ironia e ritmo, e forse rispetto ad uno de loro modelli con un pizzico di semplicità in più. 
La "sesta" la cantano loro. Ma non sono loro. "Amadeus ha voluto a tutti i costi la Rappresentante di Lista tra i super ospiti". Il duo si esibirà in piazza Colombo come Piero Pelù, Renga e Nek. Ma la loro performance andrà in diretta sul palcoscenico dell’Ariston, lo stesso sul quale un anno fa avevano definitivamente convinto il pubblico e la critica.
Così Woodworm per la prima volta scala perfino il microfono dei super ospiti. "Ma stiamo già lavorando al Sanremo del 2024" confida Gallorini. Lavorando come? "Si tratta di capire chi abbia le possibilità di essere selezionato tra gli artisti che seguiamo e far coincidere l’uscita dei loro pezzi con l’evento festivaliero".
Un evento che non è solo musica. In quaranta si muovono da qui per disegnare la macchina da canzonette dei prossimi giorni. Tecnici, fonici, musicisti, personale vario, il reparto immancabile del trucco e parrucco. "In gran parte aretini, è una scelta che abbiamo fatto da anni".
Invece di invadere gli alberghi puntano su più sobri appartamenti sparsi per Sanremo. Ma poi si muovono in squadra. 
Mai come stavolta. Perché la prima, vera edizione oltre la pandemia. "Abbiamo deciso di riproporre anche la grande festa finale al Tahiti, un classico sul quale convergono colleghi e appassionati da tutta Sanremo". L’appuntamento è per sabato notte, quando ormai i giochi saranno fatti, tra vincitori che brindano e sconfitti che bevono per dimenticare.
In fondo ad un "tritacarne" inesorabile. "La sera prima fai un planning di quello che ti aspetta il giorno dopo, in un confronto tra stilisti, social media, tecnici e naturalmente gli artisti". La mattina si parte. Le prove alla fine durano un quarto d’ora, ormai quello che è fatto è fatto. "Ma il resto è scandito da interviste, passaggi radio e televisivi, passerelle". E niente va lasciato al caso.
"Con noi lavorano professionisti che sono cresciuti nel tempo e che abbiamo via via scelto: ogni anno va meglio anche da questo punto di vista". Il navigatore della macchina di tanto in tanto scandisce la marcia di avvicinamento al Festival. Già ieri il gruppo dei Colla Zio in giro per il centro, in un trionfo di fiori e di fans, anche se loro sono tra quelli che ancora non vengono riconosciuti a vista.
Il loro pezzo? Alle selezioni hanno sparecchiato con un brano che si chiamava "Asfalto". Stavolta puntano su un altro, il titolo è "Non mi va". Ma nessuno ci crede: gli va e anche parecchio. E sperano solo di non svegliarsi di colpo per scoprire di aver sognato. E’ vero, sono solo canzonette: ma per cinque giorni saranno il centro del mondo.

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