
di Diego D’Ippolito
Otto milioni per dare energia agli ospedali e tutte le altre strutture della Asl in provincia di Arezzo. Un raddoppio pieno se si considera che nel 2021 i consumi della provincia di Arezzo non superavano i 4milioni.
L’impennata improvvisa dei costi dell’energia si abbatte anche sulla sanità pubblica. Un mosaico complesso quello della sanità provinciale, fatto di tante strutture grandi e meno grandi, uffici, case della salute che si sommano alla struttura energivora per eccellenza: l’ospedale San Donato.
Da sola la struttura aretina vale la metà di tutta l’energia consumata: nel 2022 le bollette per l’ospedale cardine della sanità provinciale toccheranno quota 4milioni. Poi ci sono tutte le altre sedi distaccate, gli uffici amministrativi, una macchina accesa 24 ore su 24.
Questa ovviamente è la stima che gli uffici tecnici fanno considerando i costi attuali dell’energia, con la speranza che nelle prossime settimane e mesi vadano a scendere per contenere l’aumento.
Al momento però il contatore segna la stessa quantità di energia, ma al prezzo doppio. Ovviamente anche in tutto il resto della Asl Toscana Sud Est i costi sono lievitati. Tutta la macro area che comprende oltre ad Arezzo anche Siena e Grosseto consumerà energia per circa 20milioni, parliamo di un’area molto vasta formata da otto distretti, tre grandi ospedali: San Donato di Arezzo, Misericordia di Grosseto e l’Azienda Ospedaliero Universitaria Senese.
Alle grandi strutture si aggiungono quelle di media dimensione come La Gruccia di Montevarchi, l’Ospedale Valtiberina di Sansepolcro, la Fratta di Cortona, il San Giovanni di Dio di Orbetello, il Sant’Andrea di Massa Marittima.
L’aumento del costo dell’energia avrà un impatto importante sulle poste di gestione della macchina sanitaria che nell’area sud est ha un bilancio di circa due miliardi.
Numeri che danno l’idea di quanto l’incidenza delle voci relative all’energia sia forte anche nel settore pubblico. Preoccupa ancor più l’ambito privato composto da imprese e famiglie.
C’è preoccupazione per quello che potrà succedere nei prossimi mesi soprattutto per tutti quei nuclei familiari che fino ad oggi hanno tarato i loro bilanci all’euro, assegnando alla voce energia una quota più o meno fissa negli ultimi anni.
Alle bollette salate si potrebbe aggiungere un aumento generalizzato dei costi di tutti i beni anche quelli di prima necessità per la cui produzione, l’energia impatta in maniera importante. Ed è così che il rischio imminente è che i piccoli redditi siano attaccati da due lati senza che però i salari si muovano in maniera tale da compensare il gap.
Quello aretino è inoltre un tessuto economico produttivo a forte consumo di energia ed è quindi più soggetto alla volatilità dei prezzi rispetto a quelle economie che si basano principalmente sui servizi.