Sanità, D'Urso erede di Desideri: il governatore rompe gli indugi

Designazione secca di Enrico Rossi: ora il nome alla commissione, ma il voto non è vincolante. Simona Dei verso la conferma a direttore sanitario

Antonio D'Urso

Antonio D'Urso

Arezzo, 7 febbraio 2019 - E’ arrivata ieri mattina alle 11,30 sul tavolo del presidente della commissione sanità, l’indicazione da parte del presidente Enrico Rossi del nuovo direttore generale di Asl Toscana Sud Est: il nome è Antonio D’Urso, che diventa l’erede di Desideri. Indicazione vincolante, rientrando la nomina tra le prerogative del Governatore. Anche se passa alla commissione sanità regionale che deve esprimere un parere non vincolante ma obbigatorio.

E per il presidente Stefano Scaramelli la nomina equivale a una dichiarazione di guerra. «Doveva essere condivisa con i territori, non una comunicazione», la sua reazione a caldo. La spaccatura in Regione sulla nomina è diventata più profonda. Gia due settimane fa, nel corso della Conferenza dei sindaci di Siena, Arezzo e Grosseto, l’assessore regionale alla salute Stefania Saccardi aveva dovuto registrare la ribellione dei territori al nome di D’Urso.

I sindaci dell’area vasta avevano infatti chiesto una «nomina di continuità», esprimendo la preferenza per Simona Dei o Francesco Ghelardi, rispettivamente direttore sanitario e direttore amministrativo. Invece Rossi è andato avanti sulla sua strada: quella di riportare nella sanità toscana Antonio D’Urso, già direttore dell’Asl di Lucca, oggi alla guida dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari.

Per Scaramelli è una scelta in cui entra prepontemente la politica, «che sarebbe dovuta rimanere fuori dalle nomine». VISTO CHE il presidente Rossi punta a riavvicinarsi al suo ex partito, il Pd, trainato dall’ascesa di Nicola Zingaretti alla segreteria nazionale, meglio compiacere il governatore del Lazio scegliendo D’Urso, già direttore generale del Camillo Forlanini di Roma. Cosa accadrà adesso?

Per il presidente della commissione Scaramelli, «non ci sono le condizioni per una nomina condivisa. E non credo che quel nome sarà sul tavolo della commissione sanità, convocata per il 20 febbraio». L’iter di legge dà 20 giorni di tempo per convocare l’organismo regionale. Che dovrà ascoltare il candidato direttore generale. Discutere il suo programma per l’azienda sanitaria e poi votare il gradimento. Stando alle dichiarazioni della vigilia, difficile che i dieci commissari votino a favore di D’Urso.

A prescindere dal risultato, Rossi potrà comunque far valere la sua scelta e bypassare la Commissione, sancendo una rottura politica e istituzionale. Ma a questo punto le distanze sembrano incolmabili, anche se i pontieri del Pd, a cominciare dal capogruppo Marras, sono già al lavoro.

Come finirà la storia è da capire. Con l’indicazione di D’Urso si ipotizzano però alcune conseguenze: Simona Dei dovrebbe rimanere direttore sanitario, Francesco Ghelardi invece sarebbe tagliato fuori dall’Asl, con D’Urso che si porterebbe dietro come direttore amministrativo il fiorentino Lorenzo Pescini.