Uccide il vicino. "Ha agito per difendere la propria e l'altrui incolumità"

Lo scrive il gip del tribunale di Arezzo nelle motivazioni che hanno portato a scarcerare il 53enne che ha sparato a Dodoli

Arezzo, 11 gennaio 2023 -  Sandro Mugnai "non è una persona né violenta né pericolosa, si tratta di un uomo che ha agito per difendere la propria e l'altrui incolumità", la sua reazione "scattava, essendo impedita ogni via di fuga, con la casa mezza distrutta e con Gezim Dodoli che non arrestava la propria furia: l'unico strumento che Mugnai aveva a quel punto a disposizione era una delle sue armi".

Lo scrive il gip del tribunale di Arezzo Giulia Soldini nelle motivazioni che hanno portato a scarcerare il 53enne aretino che la sera del 5 gennaio ha sparato, uccidendolo, al vicino di casa che con la benna di un escavatore stava colpendo casa sua, rischiando di farla crollare.

Secondo il gip, Mugnai sparò cinque colpi, di cui uno di avvertimento, per "una insopprimibile esigenza di autotutela". Prima di sparare, da quanto emerge, Mugnai chiamò 112 e il 113 alle 20.30 e alle 20.31 ma, se avesse tardato, visto che Dodoli, 62 anni, stava colpendo l'abitazione con la benna dell'escavatore, avrebbe messo a repentaglio la vita della sua famiglia, altre sei persone che erano con lui in casa a festeggiare l'Epifania.

Il pm Laura Taddei, a cui torneranno le carte, dovrà ora decidere, dopo ulteriori perizie balistiche, se chiedere l'archiviazione per legittima difesa oppure andare avanti nell'inchiesta. Venerdi, all'ospedale Le Scotte di Siena, sarà effettuata l'autopsia sul corpo di Dodoli per raccogliere particolari utili a delineare il quadro e autorizzare il nullaosta per la restituzione della salma. Intanto per Mugnai, uscito dal carcere, il ritorno dalla famiglia che è rimasta però senza casa poiché il casolare in cui vivono, nella frazione di San Polo, è stato reso inagibile dai colpi inferti con l'escavatore. Gli abitanti della zona hanno così dato vita ad una raccolta di fondi per aiutare la famiglia.