Salvata la tradizione del toro allo spiedo

Un girarrosto lungo quattro metri dove viene cucinato un esemplare del peso di 250 chili, per la gioia dei buongustai

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di Lucia Bigozzi

"Galeotto fu il toro" che da Tuoro "trasloca" a Castiglion Fiorentino. Lo fa con lo spiedo al seguito: un girarrosto lungo quattro metri dove viene cucinato un esemplare del peso di duecentocinquanta chili, per la gioia dei buongustai. L’animale e lo spiego, sono stati il "piatto forte" di un incontro che ha salvato capra e… toro, verrebbe da dire. La storia è questa: nel paese sul lago Trasimeno a una manciata di chilometri dalla città del Cassero, dopo ventotto anni di onorata militanza, gli organizzatori della sagra del toro, promossa dalla società di calcio, hanno appeso il grembiule al chiodo. E siccome all’appuntamento gastronomico-sportivo sulle rive de lago non mancavano mai delegazioni di castiglionesi, si è pensato a come portare avanti la tradizione spostandola solo di pochi chilometri. Artefici della "svolta" sono Roberto Cirelli, presidente onorario della Castiglionese Calcio e Mauro Borgia, "storico" organizzatore della sagra. Il primo rendez-vous non poteva che essere a tavola "ed è stato molto piacevole avviare la collaborazione con gli amici castiglionesi che contribuiscono a salvare una tradizione popolare apprezzata oltre i confini territoriali" spiega Borgia. Oltre allo spiedo gigante, sono già arrivati a Montecchio Vesponi due maxi-bracieri e l’attrezzatura da fuochisti: è da qui che si riparte.

"Abbiamo deciso di acquisire il materiale per organizzare la nostra festa. E’ la prima volta che lo facciamo e l’intento è celebrare la vittoria del campionato di Promozione e il passaggio in Eccellenza con i tifosi. In prospettiva, pensiamo di strutturare l’appuntamento ogni anno", sottolinea Cirelli. Centotre anni dietro a un pallone (era il 1919 quando nacque il sodalizio), è un blasone che in pochi possono vantare nell’Aretino e sul piano gestionale un vero record per una società sportiva che segue la formazione di 230 ragazzi "dalla scuola calcio a tutte le categorie dei campionati" e da trent’anni pianifica, organizza, cresce con lo stesso team dirigenziale. "Con la nostra gestione non abbiamo mai avuto problemi economici, programmiamo obiettivi e attività sempre con le stesse persone, a dimostrazione della serietà dell’impegno a favore della comunità. Non abbiamo mai fatto il passo più lungo della gamba e questo ci ha premiati perché ad oggi abbiamo già saldato tutti i rimborsi degli addetti e per noi è come aver vinto un secondo campionato, oltre al titolo sportivo", rimarca Cirelli.

La novità del toro allo spiedo è il progetto al quale sta lavorando insieme ai suoi collaboratori per una sagra in programma nella prima metà di luglio a Montecchio Vesponi. "Saranno tre giorni di festa nell’area del Pallone durante i quali desideriamo ringraziare i castiglionesi e condividere un momento di relax e socializzazione". Non è facile girare sullo spiedo un toro di quasi trecento chili (allevato nelle aziende del territorio) e farlo per ventidue ore, tanto serve alla cottura. In aiuto arriveranno gli esperti di Tuoro "che per il primo anno ci affiancheranno", aggiunge Cirelli. E se la vittoria del campionato è stato un evento a lungo atteso dai tifosi e per il quale giocatori e dirigenti hanno lavorato pancia a terra, si sa che "l’appetito vien mangiando" e nel team dirigenziale c’è chi, tra gli obiettivi futuri, accarezza l’idea di mettere in campo la squadra femminile di calcio. "Sarebbe un bel progetto per un movimento sportivo che sta crescendo" pronostica il "presidentissimo".