Saldi, il bis meglio della "prima": sconti medi del 30%, punte del 70%

Viaggio tra le vetrine del centro nei giorni del debutto. Non c'è la calca dei tempi d'oro ma gli acquisti non mancano. In lizza anche il mondo del lusso

Il giorno dei saldi

Il giorno dei saldi

Arezzo, 6 gennaio 2017 - Il bis vale più della prima. I saldi, che già comunque venerdì avevano lasciato dei margini positivi, hanno preso una nuova velocità nel secondo giorno e promettono di ingranare ancora più convinti di domenica. Un buon afflusso in centro, gente nei negozi, vedremo più avanti con quali risultati.

E' la partenza dei saldi invernali: in una giungla di cartelli che spaziano dai tagli del 70% fino ai più sobri sconti del 20%.  In piazza San Iacopo, il cuore della città del commercio, il meno 70% lo strilla ad esempio  Ovs, mentre il dirimpettaio Zara, più discreto, spara soltanto un generico (e in lettere da scatola) «Saldi». Basta eccome per riempire la più trendy delle catene di moda a buon mercato, dove alle sei di sera bisogna farsi largo usando un po’ i gomiti.

Non è una partenza da primato come quelle degli anni d’oro, quando le vetrine più popolari ingaggiavano il vigilante per tenere a bada la coda. Tutto più rilassato, specie ieri, un venerdì: giorno feriale, sia pure vigilia di Befana. La gran parte dei commercianti aspettava per oggi e domani l’onda di piena. Gli ingredienti ci sono tutti: il week-end doppiamente festivo, la concomitanza con l’Antiquaria di gennaio, l’ultimo fine settimana della Città di Natale.

Intanto i grandi negozi restano sul classico meno 30%, destinato a salire via via che la stagione dei saldi va ad esaurimento. In piazza Risorgimento i tre negozi Donati fanno la scala: meno 40% l’Uomo, meno 50% la Donna, meno 30 lo Sportswear. Sul solido meno 30 si posizionano anche Prestige, Maior, Banchelli, Luisa Spagnoli e i grandi marchi di calzature, da Sabot ai Bidini. Borgomaestro, negozio di punta della Dinasty Capaccioli, sceglie l’originalità: una vetrina al 30% e una senza saldi, con le marche più prestigiose, da Lacoste a Woolrich.

Del resto, proprio i Capaccioli, con le loro quattro insegne lungo il Corso sono stati fra gli ultimi, insieme al gigante Sugar, ad arrendersi ai saldi. Non si illuda nessuno però. Anche a prezzi scontati, rifarsi il guardaroba costa cifre salate. Un cappotto di livello vale sempre 400-500 euro, idem un completo da uomo. Stesso concetto anche al femminile: la qualità costa, pure col 30% in meno.