Rsa, terapia d'urto: tamponi a tutti nelle zone critiche, nuove regole per i dipendenti

A Bucine già 38 contagiati. Verso test diffusi in Valdarno e in Valtiberina: la Regione chiede ai dipendenti o di tornare a casa senza incontrare nessuno o di restare la notte

E’ sempre più drammatica la situazione nelle Rsa per anziani

E’ sempre più drammatica la situazione nelle Rsa per anziani

Arezzo, 30 marzo 2020 - La trincea si sposta lì, nel punto più critico, sorta di scudo piazzato davanti ai malati più fragili. Nelle Rsa la bufera non accenna a placarsi: anche ieri a Bucine due vittime a Bucine e nuovi casi positivi. E il brivido di vedere uno dei nuovi contagiati al secondo piano della struttura, le cui scale finora non avevano tradito. Intorno alla Rsa «Fabbri Bicoli» è un’altra giornata pesante anche se non altro spezza l’incertezza e dà il polso di una situazione che resta gestibile. Dalla Asl parte però la seconda contromossa.

La prima era stata l’unità di crisi: guidata con polso e pacatezza da Lia Simonetti e dal suo staff e che in pochi giorni ha saputo prendere decisioni importanti. Ad esempio assumere direttamente la gestione del piano zero di Bucine, rafforzandolo così di medici e infermieri. Ieri un secondo intervento deciso: i tamponi in certe realtà saranno a tappeto. Il test sarà fatto agli ospiti ed al personale.

Di sicuro in tutte le case di riposo dove siano stati riscontrati dei casi positivi. Ma non solo. Anche nelle «zone epidemiologiche più rilevanti».Una definizione più ampia e che quindi lascia spazio alle interpretazioni. Ma una conferma filtra: si tratta di estendere il check-up in quelle vallate dove effettivamente i contagiati abbiano superato certi limiti. Ed è una definizione nella quale possono comodamente rientrare sia la Valtiberina che il Valdarno.

La Valtiberina per la situazione di Badia che tra l’altro è passata proprio da una Rsa. Anche se da quella Rsa per una volta filtra una buona notizia: dei nove degenti, uno solo positivo. E tra i negativi non nella Rsa ma in paese una novantenne di quelle che in un paese diventano un piccolo simbolo: cosa che comunque fa morale. E in Valdarno al caso di Bucine, uno dei più eclatanti della Toscana, si incrocia un numero di malati che ormai supera abbondantemente quota cento.

E’ quindi probabile che almeno in queste due realtà possa debuttare questa nuova linea di tamponi, non limitati solo ai contatti stretti con positivi, specie se accompagnati da sintomi. In tutta la Asl gli ospiti sono 4000: e Arezzo a parte ieri è esploso il caso di Sarteano, dove su 99 tamponi 34 sono risultati positivi e nei giorni scorsi c’era stata anche una vittima. Una strategia alla quale si unisce quella indicata dalla Regione.

Che fa propria l’esperienza aretina, la possibilità di farsi carico di una struttura quando fosse colpita frontalmente dal virus. E ove necessario anche ritagliando nuovi spazi nei quali destinare i casi più gravi o interi reparti. E i dipendenti? Continueranno a lavorare sempre non insorgano tamponi positivi.

E sugli altri la possibilità di scelta: rientrare ogni sera a casa evitando contatti con altre persone, pernottamento nella stessa struttura dove gli spazi lo consentano o in alberghi convenzionati con la Asl. Comunque test per tutti se spunta anche solo un positivo.

Qui sfonda un uscio aperto: era stata la richiesta pressante arrivata da diversi sindaci, a cominciare da quello di Badia Santucci, e alla quale la Asl era già venuta incontro, rimodulando le proprie risposte. Certo, Bucine resta l’occhio del ciclone. Anche se il sindaco Nicola Benini getta acqua sul fuoco. «L’anziano positivo al secondo piano era già isolato e se resterà l’unico è comunque un’emergenza gestibile.

E così erano prevedibili altri casi tra i dipendenti venuti a contatto con i colleghi».Sono altri cinque, non pochi: in tutto la struttura arriva a 37 contagiati, una prova pesantissima. Ma ora il quadro è quasi completo; si completerà oggi con i nuovi responsi attesi sempre sul fronte degli anziani.

Resta il dramma di quel piano zero, che ha già fatto tre vittime e vede due anziani gravissimi al San Donato. Sorta di universo lacerato e lacerante soprattutto per le famiglie, costrette a seguire la malattia dei propri cari solo da lontano.