Rischia la morte per overdose: salvato, denuncia i pusher e li fa arrestare

Fermati in provincia di Perugia. Hanno tentato di disfarsi della droga e dei cellulari: le sim rinvenute erano quelle con cui telefonavano ai clienti che avevano già confermato tutto

Carabinieri (Foto di archivio)

Carabinieri (Foto di archivio)

Arezzo, 25 maggio 2018 - Una sera era stato rinvenuto privo di sensi nella ditta di Sansepolcro in cui lavorava. Soccorso e curato dai sanitari del 118 per un’overdose, aveva raccontato ai carabinieri che aveva assunto droga comprata la sera prima da un pusher conosciuto col nome di «Marco» a Perugia. Una storia che è stata immediatamente segnalata.

La Procura di Arezzo, che si era subito occupata del caso, aveva chiesto e ottenuto decreti di intercettazione e aveva iniziato a monitorare i due tunisini arrestati poi nei giorni scorsi nella frazione perugina di Ponte Rio con l’accusa di spaccio. Ieri mattina, dinanzi al gip di Perugia Lidia Brutti, si è tenuta l’udienza di convalida e il giudice, al termine dell’interrogatorio di garanzia - i due arrestati, che sono difesi dagli avvocati Vincenzo Bochicchio e Christian Giorni, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere – ha disposto per entrambi la custodia cautelare in carcere. «Le emergenze investigative – annota Brutti nell’ordinanza - danno conto di una stabile ed intensa attività di spaccio, attuata con modalità abituali, riconducibile ad ambedue gli arrestati».

Dopo l'avvio delle intercettazioni, i carabinieri del nucleo operativo di Sansepolcro avevano attivato una serie di monitoraggi e nel,lo stesso tempo avevano ascoltato alcuni clienti che hanno indicato tutti e due tunisini come i loro pusher, forniti di qualsiasi tipo di stupefacente: eroina, cocaina, oppiacei e fumo. Domenica scorsa i militari biturgensi si sono appostati all’esterno dell’abitazione perugina dei due stranieri e, dopo aver visto in diretta la cessione di droga, hanno fermato i tunisini procedendo contestualmente a un’accurata perquisizione personale e fomiciliare.

Inutile il tentativo di disfarsi della droga e dei telefoni cellulari che avevano a disposizione: le sim rinvenute erano quelle a cui telefonavano i clienti che avevano già confermato tutto agli investigatori. «I due – avevano detto gli acquirenti - stanno sempre insieme» e «spacciano sia da casa loro» che «nei pressi della chiesa che si trova lungo il percorso verde di Ponte Valleceppi».

I militari di Sansepolcro hanno documentato circa cinquecento cessioni di droga: anche il giudice parla di «rilevante numero delle cessioni contestate, così come l’intensità e la portata dell’attività illecita monitorata in un lasso di tempo circoscritto». In questo caso, dunque, la collaborazione dell’assuntore salvato in extrenis dalla morte per overdsose, si è rivelata determinante dando modo ai carabinieri di Sansxepolcro di assestare un duro colpo al giro dello spaccuio tra l’Umbria e la Valtiberina toscana.