Rimonta Covid: la curva sale ancora, boom varianti Delta. Tasso in provincia raddoppiato

L’ospedale è tranquillo Otto comuni sopra la soglia, 18 (contro 11) con casi in settimana. Ma in regione meglio degli altri. Nessun nuovo ricoverato: restano tre

Un laboratorio (New Press Photo)

Un laboratorio (New Press Photo)

Arezzo, 23 luglio 2021 - La curva sale come nei bilanci di zio Paperone: ma qui non sono in ballo i fantastiliardi ma un contagio che non molla presa. Il quadro del giorno segna 25 casi, uno più di mercoledì ma insomma in una linea ascendente senza escalation. Non ti lascia tranquillo l’estensione dei nuovi contagi, anche ieri su undici comuni. Ma i veri segnali d’allarme arrivano da altre direzioni. La prima sono le varianti: «Delta», basta la parola.

Altre diciotto quelle certificate rispetto al pit stop di quattro giorni. Ormai procedono on doppia cifra a ogni rilevazione. Su un totale di tamponi positivi non enormi, indicano quanto il virus nella sua versione modificata stia crescendo. E occhio, perché già ora ci sono altri 17 test in fase di sequenziamento su tutta la Asl, un aumento a bocca di barile.

L’altro elemento forte è quello dei dati settimanali: una misura, per dirla con il direttore della Asl Antonio D’Urso, decisamente più credibile di quella quotidiana, ti segnala un trend depurato dagli spostamenti a volte casuali. E anche qui la foto della curva è «mossa». Tornano ad essere otto i comuni la cui media su centomila abitanti supera soglia 50. Finora era il parametro per perdere la zona bianca, in queste ore l’ago si va spostando verso i ricoveri ospedalieri. Ma i numeri restano numeri.

La «maglia nera» è Castel Focognano, con un cento tondo tondo: a ruota Badia Tedalda ad una incollatura, ma si sa nei comuni piccoli basta poco per incidere sulla media. Quindi colpiscono più i 92 di Monte San Savino, gli 85 di Sansepolcro, i 70 di Cortona. Non sono numeri da allarme rosso, beninteso: niente a che vedere con il 400 e passa di Lucignano una settimana fa, ora disceso a 87.

Restano indicatori. Arezzo, ad esempio, in sette giorni passa da 14 a 40, quasi triplicando il suo tasso. La Valdichiana perde la maglia nera regionale tra i distretti: ma è merito degli altri che vanno peggio. Perché il suo dato peggiora da 36 a 47, come quello del super distretto aretino da un 12 alla camomilla passa ad un 39 più scomodo. In finestra il Valdarno: 13 era e 13 resta.

Il problema semmai è un altro: i comuni che abbiano registrato almeno un caso (e molto spesso di più) sono diventati 18, la metà di quelli della provincia: erano undici la settimana scorsa e sei quella prima. Una crescita al piccolo passo ma a macchia d’olio. E che ci vede comunque in questo abbozzo di ondata messi meglio, molto meglio degli altri.

La provincia raddoppia il suo tasso, passa da 16 a 33: ma quel sedici una settimana fa valeva il settimo posto assoluto in Toscana, ora che dice 33 scivola al decimo, penultima, meglio di noi solo Pisa. Il vero sollievo è la tranquillità dell’ospedale. Anche ieri tre pazienti come il giorno prima, Nessun nuovo ricovero, nessun segnale che la crescita dei casi sia accompagnata dalle conseguenze che ormai ci inseguono da mesi.

Bene in termini di salute pubblica e bene perché così rimanendo le cose, non rischiamo declassamenti di colore, almeno alla luce delle nuove regole quasi varate. E ti dà il tempo di concentrare tutte le forze sulla vaccinazione. Che ha le sue contraddizioni e le sue zavorre, le raccontiamo anche a fianco, ma comunque procede veloce. Domani dovrebbe tornare un rifornimento massiccio di Pfizer. la vera diga al Covid.

E il numero di quanti hanno anticipato il richiamo sia pur con AstraZeneca è discreto. Sono quasi tutti sessantenni, la fascia a questo punto più a rischio. I figli, anzi i nipoti, si contagiano a grappoli: ma loro alzano lo scudo. E di fronte alla curva ha tutto il sapore della fuga per la vittoria.