
Il segretario Romoli
Arezzo, 10 giugno 2025 – All’indomani del mancato raggiungimento del quorum nei cinque referendum su lavoro e cittadinanza promossi nei giorni 8 e 9 giugno, il Partito Democratico di San Giovanni Valdarno prende atto del risultato con un’analisi lucida e autocritica del suo segretario Andrea Romoli, che definisce il verdetto “una sconfitta”, senza cercare alibi o attenuanti. “Il quorum – dichiara Romoli – non è stato raggiunto e non di poco. La mobilitazione che siamo riusciti a mettere in campo non è bastata. Non siamo riusciti a convincere le persone dell’importanza di questi referendum, nonostante i temi toccassero aspetti centrali della vita democratica e del mondo del lavoro”. Una missione difficile, secondo il segretario, già in partenza.
“Sapevamo – prosegue Romoli – che sarebbe stato quasi impossibile. Il clima diffuso di sfiducia e fastidio nei confronti della politica è sotto gli occhi di tutti. Lo dimostrano le percentuali sempre più basse di partecipazione, in ogni tipo di consultazione”. Romoli non nasconde le responsabilità, puntando il dito anche verso la classe politica di cui egli stesso fa parte: “Dobbiamo ammettere che questo disamore per la partecipazione ha delle radici precise, e ricadono in primis su di noi. Siamo parte di una politica che spesso non riesce a tenere il passo dei cambiamenti sociali, e che fatica a fornire risposte tempestive, concrete, vicine ai bisogni reali delle persone”. Eppure, in mezzo alla delusione, emerge un dato che per San Giovanni Valdarno rappresenta almeno uno spunto su cui riflettere: con il 45% di affluenza, la cittadina valdarnese è risultata il Comune con il più alto tasso di partecipazione fra quelli con oltre 15.000 abitanti nella provincia di Arezzo, superando nettamente anche il capoluogo, fermo sotto il 30%.
“Non è un motivo di vanto – sottolinea Romoli – ma un segnale. Vuol dire che qui qualcosa si muove ancora, che esiste un tessuto civico vivo, che c’è ancora chi crede nella partecipazione. È nostro compito valorizzarlo. Fare politica significa stare fra le persone, con le persone”. A chiusura del suo intervento, Romoli richiama una delle frasi più note di Enrico Berlinguer, che oggi suona quanto mai attuale: “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”. Un monito che vale per chi fa politica, ma anche per chi la osserva da lontano.