Recupero ex Statale 3 bis: via alla fase operativa

In vista un primo fondamentale step nell’iter che dovrà portare al ripristino dei circa cinque chilometri della strada alternativa alla E45

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di Claudio Roselli

Dopo l’accordo firmato in estate, è in vista un primo fondamentale step nell’iter che dovrà portare al ripristino dei circa cinque chilometri inagibili di ex statale 3 bis fra Valsavignone di Pieve Santo Stefano e Canili di Verghereto, a cavallo fra Toscana ed Emilia Romagna. Si comincia cioè a entrare nella fase operativa, dopo tante chiacchiere e promesse non mantenute. Come noto, questo breve ma fondamentale tratto di strada – alternativo alla E45 proprio all’altezza del Puleto e degli altri viadotti che attraversano la dorsale appenninica – è abbandonato dopo il declassamento a strada comunale datato 1997 e in qualche punto le frane hanno ulteriormente aggravato la sua situazione.

"Vi sono al momento l’ok sul protocollo d’intesa e l’emendamento approvato con specifico decreto – ricorda Claudio Marcelli sindaco di Pieve – ma a breve è in programma un incontro fra la nostra amministrazione e quelle delle Province di Arezzo e di Forlì Cesena per rispondere a quanto previsto dalla legge: la realizzazione di un cronoprogramma da presentare al Ministero delle Infrastrutture per tutti e 39 i milioni di euro che sono sul piatto. Spero che già la prossima settimana ci si possa riunire e comunque l’intenzione è quella di non andare oltre i quindici giorni. È chiaro che il nostro Comune abbia già lavorato per far sì che i primi cinque milioni a disposizione vengano investiti per intero sul tratto toscano, poi si procederà con la sopra evidenziata scaletta progettuale e, una volta ottenuto l’ok dal Ministero, seguiranno la firma della convenzione e l’avvio dei bandi di gara per i lavori".

La cifra iniziale è pertanto destinata a coprire gli interventi da Valsavignone a salire: peraltro, proprio sopra l’abitato della frazione pievana è presente la frana più consistente.

A fine luglio, in occasione dell’ufficializzazione "nero su bianco" del protocollo, la presidente della Provincia di Arezzo, Silvia Chiassai Martini, aveva spiegato come le criticità lungo la E45 dovute ai continui cantieri di lavoro e gli imprevisti della stagione invernale avessero spinto il suo ente a riprendere in carico la vecchia direttrice per risolvere i problemi di viabilità, trattandosi dell’unica soluzione percorribile in caso di chiusura della quattro corsie. Una presa di coscienza importante, che ha superato il sostanziale disinteresse dimostrato anche dopo la chiusura del Puleto nel gennaio del 2019, perché da quel giorno nulla è cambiato. Adesso, non sarà più così. "Sono sincero: i tempi non saranno brevi – conclude Marcelli – ma vi è la certezza che si intravede la soluzione per un problema che persiste da oltre venti anni".