Rabbia pendolari: il 15% dei treni è in ritardo

Sono dati che la Regione Toscana ritiene insoddifscenti per chi deve spostarsi ogni giorno. L’attacco di Veneri e Capecchi

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di Marco Corsi

Nell’ultimo periodo, sia sulla linea lenta che sulla direttissima fra Firenze e il Valdarno, la puntualità dei treni è stata pari al 83.4 % nel mese di agosto, dell’ 82.3 % nel mese di settembre, e dell’ 85.33 %, in leggera risalita, nel mese di ottobre.

Dati che la Regione Toscana definisce comunque molto insoddisfacenti, dato che circa il 15% dei convogli, quotidianamente, ha un ritardo superiore ai 5’ rispetto all’orario programmato, rendendo il servizio non pienamente affidabile.

Questi alcuni numeri contenuti nella risposta che l’assessore regionale Stefano Baccelli ha fornito ai consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Gabriele Veneri e Alessandro Capecchi, che avevano presentato una interrogazione sui disagi che, quotidianamente, colpiscono i pendolari valdarnesi, e non solo, diretti nel capoluogo.

Come ha ricordato Baccelli, nella direttrice Aretina, su entrambe le linee, un effetto importante sulla puntualità del servizio è dato dalle interferenze fra le varie tipologie di traffico, in particolare dal progressivo incremento dei servizi di Alta Velocità delle due imprese ferroviarie avvenuto nell’ultimo decennio, dopo l’attivazione della tratta AV appenninica e, successivamente, del nodo di Bologna.

Sulla linea lenta, nel corso del 2022, vi sono state numerose criticità infrastrutturali e tecnologiche, in particolare nella tratta fra Montevarchi e Arezzo, che hanno portato a pianificare interventi di risanamento di alcune tratte di binario e di sostituzione di impiantistica, con lavori svolti nelle ore notturne, che a loro volta hanno condizionato l’andamento del servizio, visto che in diverse occasioni ci sono stati ritardi nella chiusura dei cantieri.

Problemi che, a cascata, si sono riversati sulla puntualità dei treni della prima fascia di servizio.

Oltre ad alcuni episodi di chiusura posticipata dei cantieri notturni, sono stati segnalati guasti infrastrutturali o di circolazione perturbata nel nodo di Roma, che hanno influenzato l’andamento dei convogli anche nel tratto toscano.

Insomma, una situazione non facile.

A livello più generale, prendendo a riferimento gli ultimi 12 mesi, in due occasioni la linea Aretina ha avuto un indice di affidabilità inferiore al valore minimo, pari a 97.25%, indice calcolato fino a dicembre 2021, passato poi a 97.50% per il 2023.

"Sono dati eloquenti quelli che emergono – hanno detto Veneri e Capecchi.

Un calvario quotidiano fatto di guasti, interruzioni, preparazioni di treni in ritardo, disservizi vari.

Accade spesso che i treni vengano dirottati sulla linea lenta anche quando sono regionali veloci, lunghe soste nel "nulla" senza alcun tipo di avviso ai passeggeri, nessuna indicazione sui motivi del ritardo o dell’arresto del convoglio.

Disservizi gravi per i pendolari che pagano quasi 88,50 euro al mese di abbonamento e ricevono un servizio nemmeno lontanamente adeguato.

A fronte di tutto ciò – hanno concluso i due consiglieri regionali - ci stupisce che il presidente Giani, soltanto nei giorni scorsi, abbia annunciato penali per i gestori del trasporto ferroviario. Chiediamo che Rfi e Trenitalia vengano a riferire in Commissione Trasporti con un dossier su ritardi e disservizi".